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[Rec] ²

Regia di Jaume Balagueró, Paco Plaza vedi scheda film

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La recensione su [Rec] ²

di FilmTv Rivista
8 stelle

Quindici minuti dopo. Una squadra d’assalto munita di videocamera sul casco penetra nell’edificio sigillato per cercare un antidoto: il sangue della prima bambina infetta. Il secondo episodio del progetto di Balagueró e Plaza sviluppa a dismisura gli ultimi dieci minuti del capostipite, gli unici sorprendenti di un film che, sostanzialmente, esisteva grazie all’intuizione romeriana di Diary of the Dead. [REC]2 svela subito le sue carte e nonostante lo sviluppo del racconto sia alquanto prevedibile si rivela un divertente horror criptocattolico. Balagueró e Plaza tengono alto il tasso adrenalinico muovendosi con disinvoltura fra numerose citazioni. Romero è omaggiato ancora una volta, ma sono i Dèmoni di Bava e Argento a essere chiamati in causa. I posseduti s’annidano nel buio come le creature di The Descent e serpeggiano carponi sul soffitto come gli indemoniati di L’esorcista 3. I militari dotati di videocamera fanno Aliens mentre le infinite riprese rovesciate farebbero invidia persino al Wai Ka- fai di Too Many Ways to Be N. 1. E lo showdown con vista notturna deriva dal climax di Il silenzio degli innocenti. Nonostante il florilegio di strizzate d’occhio, [REC]2 riesce scaltramente a doppiare la claustrofobia derivante dall’unità di luogo costringendola a coincidere con il formato di ripresa video dei militari. Lo spazio diventa l’inquadratura possibile. E l’inquadratura è ciò che si distingue al buio - Darkness, ovviamente - attivando la ripresa. La costruzione dell’inquadratura, strappata al buio, determina l’azione e il movimento. Ma è l’occhio che conferisce nomi alle cose. E il cinema forma ai nomi. Metafora chiara, ma... chi ha montato le varie immagini di [REC]2? Quale fu l’immortale mano o l’occhio, Ch’ebbe la forza di formare, La tua agghiacciante simmetria? REC viene dopo. È postumo. Tutto è già accaduto. Probabil­mente la Spagna non esiste più. E nemmeno il resto del mondo. REC: registra(to). Quindi: chi siede in sala di montaggio? Perché? E: siamo ancora vivi?

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 2 del 2010

Autore: Giona A. Nazzaro

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