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Il cattivo tenente. Ultima chiamata New Orleans

Regia di Werner Herzog vedi scheda film

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La recensione su Il cattivo tenente. Ultima chiamata New Orleans

di mm40
4 stelle

Checchè se ne dica, Nicholas Cage è tutt'altro che uno sprovveduto: in un ruolo forse al di sopra delle sue possibilità, se la cava comunque dignitosamente. Ma il paragone con Harvey Keitel de Il cattivo tenente di Abel Ferrara (1992) nasce spontaneo: ed è impietoso, anche perchè trattasi di tutt'altro film, nonostante il titolo importato di prepotenza da Herzog. Fra i due registi non è stata subito simpatia: anzi, Ferrara ha simpaticamente maledetto Herzog alla notizia del 'remake' (ed Herzog ha risposto per le rime); eppure, senza neanche fare grandi sforzi, a qualsiasi spettatore risulta difficile accomunare i due lavori al di là dei titoli. Forse il regista tedesco è voluto preventivamente correre ai ripari citando il collega americano: in tale modo il poliziotto tossicodipendente, brutale, amico delle prostitute e via dicendo non sarebbe sembrato una brutta copia di quello interpretato da Keitel nel film di Ferrara. Bensì un epigono. Un fac-simile. E invece nemmeno questa accusa può essere mossa verso il personaggio di Herzog, perchè se questo è fondamentalmente un inetto e una vittima di situazioni più grandi di lui, il collega ferrariano era di tutt'altro stampo: virile all'eccesso, cattivo per scelta (e quanto convinta!), perennemente sicuro di sè fino in fondo, fino alle estreme conseguenze. Insomma, liquidate le affinità pressochè inesistenti con il quasi omonimo titolo del 1992, questo film di Herzog può considerarsi una specie di tentativo abortito di poliziesco/thriller psicologico, con un perdente nato come protagonista che rassicura il fan medio del regista tedesco (habituè di questo tipo di personaggi). L'aborto - parola orrenda, ma qui indiscutibile - avviene verso la mezzora di pellicola: l'inizio è piuttosto serrato e coinvolgente, le indagini scattano immediatamente a ritmo serrato ed entriamo nel mondo di MacDonagh tutto d'un fiato; poi, inspiegabilmente, la storia si ammoscia e la narrazione rallenta paurosamente, ricordando nel suo incedere macchinoso le più classiche produzioni televisive. Non a caso, in effetti, lo sceneggiatore è William Finkelstein, già autore di serie tv come Law & order e NYPD: tutto torna. Oltre a Cage il cast sfoggia Eva Mendes e Val Kilmer; troppo poco per un blockbuster come si deve, ma comunque abbastanza per una produzione alla Herzog (e infatti pare che il protagonista abbia accettato un cachet nettamente inferiore ai suoi standard, solo per il piacere di recitare per il regista). 4,5/10.

Sulla trama

New Orleans. Un boss locale della droga elimina alcuni ragazzi senegalesi che infastidivano il suo mercato; a indagare viene messo il neo-tenente MacDonagh, ridotto a schiavo della droga dai cronici problemi di schiena. MacDonagh segue una pista importante: un bambino che risulta l'unico testimone del massacro, ma presto il bambino scompare e per il tenente rimangono solo guai...

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