Regia di Francesca Comencini vedi scheda film
”Lo spazio bianco” è quella candida e immacolata sala d’ospedale che ospita e accudisce i bimbi nati prematuri. Ma uno “spazio bianco” è altresì quello che la prof.ssa Maria chiede ad un suo allievo di lasciare prima di ricominciare ex novo a scrivere il suo tema più importante…
”Lo spazio bianco” è, dunque, il tramite per una 2°occasione: per una 2°gestazione - che riallacci e cimenti finalmente il legame col proprio bebè (fino a quel momento negato, se si pensa alla scena della, un po’ tardiva, dichiarazione di nascita) - ma è altresì l’occasione del riscatto sociale.
E l’anello di congiunzione tra l’uno e l’altro (tra i 2 modi di intendere quello spazio) è rappresentato proprio dalla donna Maria (una madre - abbandonata alle proprie insicurezze, che ha nelle sigarette la sua unica valvola di sfogo - ma anche un tenace punto di riferimento per una bella e cosmopolita classe d’alunni non tanto più imberbi) e dalla sua silenziosa, impari e quotidiana lotta (sostenuta affettuosamente da un microcosmo di riflessi umani, così sfumati, purtroppo, da provocare un depotenziamento dell’intensità del - duplice - dramma).
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