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Il mondo dei replicanti

Regia di Jonathan Mostow vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il mondo dei replicanti

di Immorale
6 stelle

Le omeriche avventure di un surrogato.

In un mondo futuristico, (quasi) ogni essere umano usa un surrogato robotico controllato a distanza, per svolgere le sue attività “umane” quali lavorare, studiare, intrattenersi con il partner (!) e, all’occorrenza, (non) morire; ma qualcuno dotato di un’arma sconosciuta riesce ad uccidere, insieme alla copia robotica, anche il controllore. La polizia indaga…

 

BRUSIADE

 

CANTO I - Narrami o Musa della furia incontrollabile del calvide Bruce, figlio di Calvo del popolo dei Numenidi, siti oltre lo mar conosciuto, e della Dea Atena, invaghitasi di cotal uomo nello sfavillio dei suoi anni giovanili, con l’essenza fenicea nelle possenti membra. Sempre angariato dal destino ingrato, costantemente vessato dagli elementi terreni o divini, ei risorge, novella araba fenice dallo sguardo penetrante e truce. Seppur soverchiato dal destino avverso, o pover’uomo di carne, ei, quale lion ferito ma mai domo, segnato nell’animo e nel fiero viso da malevole cicatrici, si risollevò e affrontò avversari preponderanti sia fisicamente che di numero, alfin primeggiando.

 

CANTO II - La fida moglie del calvide, Rosamunda, sconvolta dalla perdita della prole di cotanta speme, avendo perso la fiducia nell’ingannevole divin disegno, cadde vittima della màlia della perfida Giunone, anch’ella corrosa dall’invidia per attenzione dello sposo misericordioso, l’invitto Padre degli Dei, nei confronti dell’eroe: ella viveva reclusa nell’antro robotico, incurante, quale fuoco ormai coverto dalla nera bragia, del destino altrui. Molto soffriva, l’impavido, di tal sventura e, come tarlo che, non visto, rode il novello legno, tale cruccio lo rovellava dal di dentro, straziandogli gli umori e lo spirto.  

 

 

CANTO III - Un dì, il prode venne convocato dal reggente, tal Boriseo, moro delle terre desertiche, che lo incaricò di far luce sulla morte di un giovine sventurato, nobile prole di Lionello, potente stregone creatore di simulacri robotici. Il mai domo, seppur recalcitrante, accettò l’ingrato compito e, indossato l’elmo lucente donatogli da Zeus e armato di possente cotta robotica crinuta, fiutò, qual segugio dal sopraffino olfatto alfin bracca la stanca volpe, l’autore del misfatto, tal Mileso dal volto rigato, oscuro abitante le terre mefitiche dei “senza legge”. Il reietto, armato d’oscura lancia saettante, colpì vilmente Bruce lanciato all’inseguimento, offendendogli l’arto destro e fracassandogli la netta cotta. Sol il consiglio dell’aurea Atena salvò il nostro eroe da morte certa; ei si sfilo, o grazia divina, l’elmo prima che la mortal folgore gli straziasse le membra robotiche e la cervice umana. Stramazzò, privato dei sentimenti, al suol l’eroe, ed il vermiglio fluido copioso sgorgò dalle sue nari.

 

CANTO IV –La cerulea dea gli restituì i sensi e, in sogno, sotto forma di donnola, gli disse: “alzati, figlio mio, non lasciare che il fosco Ade ottenga l’alma tua. Sorgi, dunque,  e scorti il mio materno consiglio, rinuncia al povero simulacro ferrigno e segui gli atti di Iannifera, amazzone consanguinea della faretrata Camilla e la via, alfine, ti sarà mostrata” e, pronunciati tal detti, infuse nell’eroe dormiente rinnovato vigore. Bruce si risvegliò con le membra ristorate e la mente lucida e, ratto, si precipitò dall’amazzone dalla chioma dorata. Ardua fu la via del calvide: ella, ahime, vilmente uccisa da truce emissario robotico dell’oscuro Lionello, il quale s’impossessò dell’idolo iannifero, era già al cospetto dell’invisibile. Lionello, in tal guisa, lo colpì ripetutamente con pietre e dardi, ma ei, brillante di fulgor divino, mai arretrò al suo cospetto ed ella fuggì ratta. La statua reietta si recò funesta alla reggia di Boriseo, ove trovò lo sventurato in armi pronto a muovergli guerra. Ei, colmo d’ira, alzò contro il moro la lancia folgorea, sottratta al morente Mileso, e lo colpì, proferendo tal motti: “sprofonda agli inferi, o spregevole sicofante, l’oscuro traghettatore già ti attende !” e Boriseo spirò. Lionello si accinse, indi, a generare un grande maleficio che avrebbe sterminato tutte l’alme dell’orbe terraqueo, al pari delle vuote severe loro statue.

 

 

CANTO V – Bruce, smarrite le tracce del malevolo stregone, invoco la proba madre: “O Dea giusta fra gli Dei altissimi, smarrita è la via e il fato oscuro, inviami un segno affinché possa raggiungere la misera statua vivente ! Orsù, madre, pronunciati !”; apparve veloce, nella volta celeste, un alato messaggero e una voce materna sonò alle sue orecchie: seguilo, e troverai Lionello”. L’algida madre infuse la velocità ai già lesti  piè dell’amata prole e Bruce sfrecciò quale rapace piombante sulla povera preda, alla volta della reggia lionellea.  Lo trovò, meschino, pronto a dare vita al maleficio; lo affrontò, l’eroe, e, al termine di aspra  tenzone verbale, lo piegò. Ma il maleficio non arretrò. Atena lo infuse di potere celestiale e gli disse: “Scegli, o nobile figlio, se salvare l’umanità e i suoi sciocchi giochi, il loro destino ti viene affidato”. Il calvide scelse: salvò dall’oblio la scellerata umanità ma sprofondò nell’Ade i sortilegi robotici. Tornò, l’invitto eroe, su strade lastricate di vuoti gusci metallici dalla sua amata sposa, finalmente libera dalla perfida màlia, e con le membra scosse da fatal disio per l’ateneo eroe.     

 

La trama

Surrogata.

Jonathan Mostow

Robotica.

Bruce Willis

Omerico.

Radha Mitchell

Bionda.

Rosamund Pike

Levigata.

Ving Rhames

Rasta.

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