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From Paris with Love

Regia di Pierre Morel vedi scheda film

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Dom Cobb

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La recensione su From Paris with Love

di Dom Cobb
2 stelle

Pierre Morel è un regista e, prima ancora, direttore della fotografia, nato all'interno della factory di Luc Besson. Besson, cioè, ha creato questa sorta di "cerchio magico" di registi di sua fiducia specializzati nel girare action-movie che strizzano l'occhio alla produzione statunitense, spesso proprio ambientati negli USA ed interpretati da star hollywoodiane. Oltre a Morel, altri suoi colleghi francesi che hanno avuto visibilità in questi anni sono stati, per esempio, Louis Leterrier (specializzatosi nella saga di "Transporter") e Olivier Megaton (che, invece, si occupa del franchise "Taken"). Tra l'altro, fu proprio Morel a girare il primo "Taken" nel 2008 e, nel suo piccolo, creò un precedente: rilanciare la carriera di Liam Neeson come eroe d'azione, dar vita al sotto-filone del cinema d'azione con protagonisti vecchi leoni dello schermo, portare al successo queste produzioni action franco/americane. Morel tenta di replicare il successo di "Taken" con questo "From Paris With Love", poliziesco/action dai toni demenziali che, però, manca completamente il bersaglio per colpa soprattutto di una sceneggiatura mal scritta e confusionaria. Ambientato a Parigi, il film vede Jonathan Rhys Meyers nei panni di un agente della CIA che lavora in incognito; per sgominare un'organizzazione terroristica, a Meyers viene affiancato John Travolta, nei panni dell'agente Charlie Wax, uno dei maggiori esperti di operazioni sul campo. Insomma, il film vorrebbe giocare con gli stereotipi della strana coppia che deve collaborare, come si è visto tante e tante volte su schermo e, francamente, non sarebbe un'idea malvagia. Il problema sta nei personaggi, i quali sono stati caricati nelle loro caratterizzazioni fino all'eccesso; fino, cioè, a diventare delle macchiette: se Meyers, infatti, veste i panni (sempre eleganti, in giacca e cravatta) dell'agente ligio ai propri compiti e pacato nei modi, di contro Travolta/Wax è un'autentica macchina da guerra che passa tutto il tempo a sparare, fare a botte e fare esplodere tutto quello che gli capiti a tiro; Travolta sceglie una recitazione gigiona, sopra le righe, con un personaggio perennemente esagitato ed "urlato", mentre Rhys Meyers, attore che personalmente reputo anonimo, non esce dal seminato offerto dal proprio ruolo. La trama, poi, non ha uno svolgimento veramente approfondito o che, perlomeno in parte, mostri gli aspetti investigativi della missione dei due agenti CIA; per il grosso del tempo si vedono Travolta e Meyers che raggiungono un luogo malfamato della città a cui poi seguono sparatorie, esplosioni e morti a volontà. E si va avanti così fino praticamente all'epilogo del film. Film il quale riesce pure a peggiorarsi quando fa entrare in scena il personaggio di Caroline, la fidanzata di Meyers, interpretata da Kasia Smutniak; diciamo subito che la Smutniak dà la conferma di non essere una brava attrice nè quando recita in italiano nè quando, come in questo caso, recita in inglese; con l'aggravante di essersi ridoppiata in maniera a dir poco scandalosa. Il suo personaggio è sicuramente quello scritto peggio, perchè da una parte mette in scena delle scene romantiche con Meyers allucinanti da quanto siano melense e sdolcinate; da diabete fulminante. Poi, con un colpo di scena a dir poco forzatissimo ed assolutamente poco credibile, la Smutniak si rivela essere l'esecutrice materiale dell'attentato all'ambasciata americana (!), quindi l'obiettivo che Travolta e Meyers devono fermare. Insomma, il personaggio di Caroline è stato scritto in maniera confusionaria ed ambigua dagli sceneggiatori, che riescono a far di peggio proprio con l'epilogo, quando il personaggio di Meyers si ridicolizza cercando di far desistere la Smutniak dai suoi proprositi terroristico/suicidi. Un finale patetico ammorbato ulteriormente dai toni smielati e melodrammatici di tutta la scena. "From Paris With Love" è semplicemente un film sbagliato su tutti i fronti: la trama è confusionaria, i personaggi sono caratterizzati in modo estremamente dozzinale (ripeto, la Smutniak batte tutti ai punti), l'azione è così incessante e girata in maniera tanto tronfia (musica a palla, continui ralenty, combattimenti coreografati con tanto di "pose plastiche" degli attori) da risultare, alla lunga, addirittura noiosa. Insomma, un'idea che sulla carta risultava vincente, all'atto pratico ha dato vita ad un film perdente; gli esigui incassi ottenuti - a riprova che il pubblico non abbia gradito questo prodotto scadente - hanno (per fortuna) affondato il sequel che Morel e Besson, a quanto pare, stavano già pianificando.

Simpatica locandina del film.

 

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