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L'estate arida

Regia di Metin Erksan, David E. Durston vedi scheda film

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La recensione su L'estate arida

di ethan
8 stelle

 

Nella Turchia degli anni '60 Osman (Erol Tas), un coltivatore di tabacco molto avido, costruisce una diga per non far defluire l'acqua nei campi degli altri coltivatori impedendone così l'irrigazione; l'uomo è anche geloso e segretamente innamorato di Bahar (Hülya Koçyigit), giovane fidanzata e poi moglie del fratello minore Hassan (Ulvi Dogan): il suo comportamento causerà un crescendo di eventi che sfocerà in tragedia.

'L'estate arida' è - grazie alla vittoria nel 1964 dell'Orso d'oro a Berlino - il più conosciuto, ma certamente non famoso, film diretto dal cineasta turco Metin Erksan, autore molto prolifico con più di 40 film all'attivo in trent'anni di carriera tra il 1952 e il 1982: esso è un pregevole ritratto di un paese all'epoca arretrato dal punto di vista economico, imperniato com'era sul settore primario e ancor più da quello umano, con rapporti basati su violenza, avidità e sopraffazione, generati da istinti primordiali, legati al possesso della 'cosa altrui', che sia essa un terreno da coltivare o la donna di un altro.

L'aridità del titolo si riferisce in primo luogo alla secchezza dei terreni generata dall'agire scriteriato di Osman, ma rimanda ad un'aridità interiore, dei sentimenti, che genera effetti devastanti tanto sul microcosmo economico, quanto più sulle interazioni tra i personaggi, con una degenerazione che porterà a una concatenazione nefasta di eventi.

Metin Erksan adotta scelte stilistiche caratterizzate da rapidissime panoramiche che, di volta in volta, spaziano da un personaggio all'altro, usa eloquenti primi e primissimi piani e dà vita, con il contributo della sfavillante fotografia in b/n di Ali Ugur, a una natura che mostra tutta la sua aspra bellezza, sia nelle assolate giornate sia nelle magnifiche riprese notturne, creando un'opera sanguigna e dal ritmo parossistico, dove i confini tra i buoni e cattivi si confondono, a causa di gesti di brutalità da ambo le parti (all'omicidio di un contadino da parte di Osman, gli stessi rispondono con l'uccisione con un colpo di fucile a bruciapelo del povero ed incolpevole cane di Osman), con la giustizia che viene sostituita dalla vendetta.

'Susuz Yaz' (titolo originale del lungometraggio) è un vibrante western rurale, diretto con le capacità narrative di un John Ford, filtrate dalla malsana cattiveria dei personaggi e delle situazioni di un Luis Buñuel.

Voto: 8 (v.o.s.)

 

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