Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film
Tramite un meccanismo narrativo ben strutturato e una felicissima scelta degli interpreti, i fratelli Coen prendono di mira la dimensione circoscritta di una comunità ebraica del Midwest negli anni ’60 per allargare a livello universale uno dei temi tipici del loro cinema: la mancanza di senso insita nelle cose del mondo.
A rendersi conto all’improvviso di questa insensatezza cosmica è un ordinario professore di fisica mite e paziente che, travolto da una incredibile quanto grottesca serie di eventi drammatici, cerca di capire quale possa essere il motivo di un tale accanimento del destino contro di lui e consulta a tal proposito anche i ‘saggi’ rabbini della comunità, visto che comunque pure la sua natura razionale vacilla. Inutile dire che non troverà risposte adeguate, anzi le sue poche certezze sono destinate a crollare di fronte all’ennesimo ribaltamento di carte che gli riserverà la sorte proprio quando le cose sembravano aggiustarsi.
L’umorismo nero dei Coen è particolarmente affilato e feroce nei confronti del microcosmo yiddish forse perché parzialmente coinvolti a livello autobiografico (anche se comunque in alcune interviste essi stessi lo hanno in parte negato), e i personaggi che costellano le disavventure del buon Larry più che figure caricaturali hanno lo spessore e la pervicacia dei peggiori incubi esistenziali.
Ottima la fotografia ed eccellente il lavoro con inquadrature e montaggio. Questa ulteriore rilettura nichilista della natura dell’uomo in balia dell’imponderabile, in uno spericolatissimo ma felice connubio tra Giobbe e Jefferson Airplane, tocca vertici di sublime ironia e di ineffabile amarezza.
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