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Il padre dei miei figli

Regia di Mia Hansen-Løve vedi scheda film

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La recensione su Il padre dei miei figli

di supadany
7 stelle

Pellicola francese interessante, anche se non mi ha convinto del tutto, scindibile in due parti, distinte e comunque complementari e con sempre un ruolo importante destinato al cinema nel cinema.

Gregoire (Luois-Do De Lencquesaing) è un produttore cinematografico con una splendida famiglia alle spalle composta dalla moglie (Chiara Caselli) e tre figlie.

I suoi affari non vanno bene, in vent’anni di carriera ha accumulato debiti e l’ultimo film in corso di realizzazione in Svezia lo sta portando verso la bancarotta, nonostante i suoi tentativi di barcamenarsi all’interno di questa situazione, tra creditori, clienti e dipendenti.

Le cose vanno così sempre peggio e gli eventi flagelleranno la vita della famiglia che dovrà comunque guardare avanti per uscire dalla situazione finanziaria a serio rischio fallimento.

 

 

Film dotato di rara sensibilità, anche se i caratteri rappresentati non sempre mi hanno permesso di calarmi completamente nelle circostanze di vita manifestate dalla storia.

Direi comunque che i primi cinquanta minuti (a partire dagli stimolanti titoli di testa), quelli prima della svolta drammatica, pur essendo semplici e non caratterizzati da un gran ritmo, riescono a stimolare l’attenzione verso le dinamiche familiari ed economiche del protagonista, così distanti tra loro per le loro caratteristiche (i quadretti in famiglia sono davvero riuscitissimi).

Sono meno convincenti i restanti cinquanta minuti, un po’ perché si fa fatica ad accettare alcune svolte (e talvolta una rappresentazione narrativa un po’ semplicistica), un po’ perché la storia non riesce a emergere con costanza anche se alcuni momenti, drammatici, o di maturazione personale, riescono in ogni caso a regalare più di un’emozione (vedi le lacrime delle figlie e gli abbracci di famiglia, dettagli magari scontati, ma messi in scena con equilibrio e che mi hanno lasciato un segno emotivo).

Finale che non chiude tutte le porte, ma lascia intendere tutto, leggero e soave, ma non del tutto riempitivo, scelta che regge, ma non entusiasma.

Insomma, il film in questione, non mi ha rapito, come poteva essere pronosticabile, ma ha comunque dei meriti oggettivi notevoli come l’essere riuscito a mettere in scena situazioni sentimentali non facili senza scadere in soluzioni scontate e piatte.

Interessante più che completamente riuscito, ha comunque senza dubbio un suo perché per esistere ed essere visto.

 

 

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