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Il padre dei miei figli

Regia di Mia Hansen-Løve vedi scheda film

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La recensione su Il padre dei miei figli

di Baliverna
8 stelle

La vicenda è una storia vera, e si vede, anche per la presenza di certi nodi narrativi o certe scelte che non si troverebbero in una trama inventata. Il tono con cui essa viene raccontata è piatto, termine che qui uso senza la sua accezione negativa. Tutti gli avvenimenti, anche quelli più drammatici vengono rappresentati senza enfasi, senza tensione che sale, senza che prima lo stile faccia attendere qualcosa di importante che deve accadere. Anzi, alle volte sembra che la regista si diverta un po' a creare attese che poi si rivelano false: ad esempio la sequenza dove la bambina nuota fa pensare che stia per annegare, invece non accade proprio nulla. Si può parlare in generale di uno stile uniforme e distaccato, ma non cinico, o che metta il male e il bene, il bello e il brutto sullo stesso piano. Piuttosto è una rappresentazione asettica che chiede a ciascuno di prendere posizione, di spiegare, di scegliere il proprio grado di coinvolgimento. Da spiegare, ad es., può essere la curiosa presenza nella trama di diverse chiese e piccoli racconti sulla storia della Chiesa, quando poi la visione della vita (e della morte) del film è sicuramente quella di una non credente.
Per il resto la pellicola è un'interessante rappresentazione delle retrovie del mondo del cinema, quelle degli uffici, dei contratti coi fornitori, delle diatribe con i finanziatori, delle mille disavventure fatte anche di fiaschi e debiti.
Per quello che mi riguarda, non è un film  bellissimo, ma è sicuramente promosso: ben fatto, originale, curato, e vicino alla vita reale. E' poi raro, oggi, un film d'autore che non abbia come unici messaggi la disperazione e il nichilismo, ma anzi un rispettabile messaggio di speranza, cioè che bisogna sempre reagire alle sventure e continuare a credere nella vita. Bellissima la canzone della sigla (Que serà serà, cantata da Doris Day).

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