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La bambola che uccide

Regia di Maria Lease vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La bambola che uccide

di DeathCross
5 stelle

Sorta di variazione 'al femminile' (con Regista donna) sul tema di "Child's Play", su carta "Dolly Dearest" prometteva un'idea interessante e potenzialmente ricca di spunto. Purtroppo, però, il risultato è alquanto deludente.

Tecnicamente non è fatto male: la fotografia è studiata, gli effetti speciali sono squisitamente artigianali e qualche trovata, come la benedizione del prete con reazione disperata della bambina, risulta alquanto convincente. Però la messa in scena, per quanto non scadente, lascia un senso di insipida anonimia, e più volte si avverte un senso di deja vu, con momenti alquanto prevedibili soprattutto negli stratagemmi adoperati (come nella scena dello specchio che prima mostra la bambola e poi mostra la sua sparizione).
La tensione latita e i maggiori spaventi li provoca il bimbetto quando salta fuori all'improvviso terrorizzando prima l'archeologo e poi la madre. Le morti non sono fatte male (negli effetti e nella messa in scena), ma sono trite e ritrite, non riescono a sconvolgere più di tanto, le Dolly Dearest risultano responsabili solo a metà e ad esempio la morte del tipo in giocattoleria risulterebbe assolutamente incomprensibile e irrealistica se non venisse confermato l'attacco cardiaco (e si torna alla parziale responsabilità delle bambole nelle uccisioni).
Il finale, poi, è decisamente frettoloso e confusionario, con dinamiti che esplodono quando vogliono loro e con perticolari contradditori e/o inutili: le bambole chiudono porte (pluralis maiestatis) e spengono miccie, ma alla fine i due uomini - padre ed archeologo - escono senza che li si veda impegnati a riaccendere miccie o aprire le porte chiuse.
Sul piano dei 'contenuti', è evidente che il film è un semplice horror d'intrattenimento, però (inconsciamente) palesa uno statunitensocentrismo e un borghesismo alquanto irritanti: oltre al fatto che muiono in pratica solo e soltanto personaggi messicani (mentre gli yankee sopravvivono alle peggiori avversità), i protagonisti rappresentano la tipica famigliuola borghese americana del cazzo che giunge in Mexico con la tipica ingenua arroganza imperialista. Fratello e sorella non si cagano manco di striscio tra di loro, il bimbetto so-tutto-io ha una voce a tratti stranissima (quasi aliena) ed è un rompi-coglioni che crede di essere simpatico (e si vede che è stato pensato per fare 'coppia comica' con l'archeologo) ma riesce solo ad attirare ogni maledizione possibile e immaginabile; la bimbina è viziatissima e pare una copia sbiadita e estremamente abbozzata della tenerissima Carol Anne di "Poltergeist"; la madre è stordita e sembrerebbe quasi adottiva, mentre il padre è un pirla patentato che non c'è mai e quando c'è praticamente non lo noti. Il cast, non pessimo (almeno gli adulti) ma tutt'altro che straordinario, non aiuta certamente a dare carisma ai rispettivi personaggi. Soltanto Rip Torn e i caratteristi messicani si salvano e riescono a rendere empatici i loro personaggi, e difatti lo/a spettatore/rice si trova a tifare per loro invece che per gli inspidi protagonisti (borghesi), e se fossero morti loro al posto di Camilla e Luis sicuramente il mio Gradimento sarebbe salito alle stelle...
La colonna sonora, infine, non è male ma resta impresso praticamente solo il tema musicale che si può ascoltare nei titoli di coda.

In conclusione, non ci troviamo di fronte ad un film pessimo (prodotti privi d'anima ricolmi di denaro e tamarraggini odiose sono di gran lunga peggiori), ma nel complesso son si può salvare, anche perché annoia pure un pochino (quei 94' circa paiono durare almeno una mezz'oretta in più, secondo me)... Peccato...

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