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Vendicami

Regia di Johnnie To vedi scheda film

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carlos brigante

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La recensione su Vendicami

di carlos brigante
8 stelle

Francis Costello (Johnny Hallyday) sbarca a Macao. Sua figlia è agonizzante in un letto d’ospedale dopo che tre sicari l’hanno trivellata di colpi mentre suo marito e i suoi due piccoli figlioletti sono stati brutalmente trucidati. Non rimane altro da fare che vendicarsi. Svestire i panni del gangster in pensione e aprire nuovamente il fuoco. Con l’aiuto di un gruppo di killer di professione Francis Costello compirà la sua ultima missione: un ultimo ed estremo “atto d’amore”.
Il personaggio interpretato magistralmente da Johnny Hallyday rappresenta il centro attorno cui ruota tutto l’impianto filmico messo in piedi da To (e sceneggiato da Wai Ka-Fai). Cappello in testa, cappotto lungo e sguardo laconico, riesumano il melvilleiano Jeff Costello de “Le samourai”, ma più in generale ridanno vita a quella miriade di antieroi disillusi e solitari che avevano segnato il grande noir americano ed europeo.
Vengeance” non è una semplice storia di vendetta. Nella tragedia che lo ha colpito, Francis Costello torna a vivere, a riscoprire la fiducia nel prossimo e soprattutto l’amicizia. Un’amicizia forte e virile, in cui la parola data ha ancora significato.
Con Johnny To si può parlare di vero e proprio melting pot cinematografico. E’ un continuo smontare e riassemblare la materia cinema tra ralenti alla Peckinpah ed inquadrature che richiamano esplicitamente il genere western; battaglie “campali” tra i rifiuti riprese come nei grandi scontri epici dei film di cappa e spada; potenti e virtuosistiche esplosioni di azione che mischiano l’heroic bloodshed made in Hong Kong a stilemi americaneggianti, senza però dimenticare la lezione di Kitano, qui (secondo me) palesemente omaggiato nelle sequenze sulla spiaggia: luogo che rappresenta un rifugio dalla devastante violenza metropolitana e da ciò che vi si muove dentro.
Anche in “Vengeance” come in altre pellicole di questo regista, il mangiare riveste un ruolo fondamentale. I suoi gangsters si ritrovano spesso a consumare un pasto seduti intorno allo stesso tavolo. E’ la quiete prima (e/o dopo) la tempesta. E’ il momento per studiarsi e conoscersi, ma anche per consolidare i legami. “Mangiare è una forma di scambio. Un atto semplice. Fondamentale. Mangiare è sentirsi vivi". (Johnny To)
Come in “Exiled” (ma non solo) la scelta di Macao non è casuale. E’ un’ex colonia come Hong Kong; una terra di mezzo tra Oriente ed Occidente; un luogo di transizione in cui si percepisce un forte senso di precarietà e in cui si muovono anime (dis)perse in una notte buia squarciata dalle luci delle automobili e da quelle al neon dei locali notturni.
 
Probabilmente (in certi istanti) risulterà fin troppo pulito stilisticamente, ma il cinema di To è un cinema estremamente fascinoso i cui funambolismi registici non scadono (quasi) mai in quella ridondanza sfiancante che colpisce in più occasioni John Woo.
Parlare delle evoluzioni del noir contemporaneo senza fare i conti con Johnny To è assolutamente impossibile. E’ un regista imprescindibile (e necessario) con una regia di una precisione balistica impressionante.
In concorso al Festival di Cannes del 2009, “Vengeance” si è aggiudicato il Leone Nero all’ultimo Courmayeur Noir Festival.
Personalmente tra “Vengeance” e (il seppur buono) “Un prophete” di Audiard, mi tengo ben stretto quest’ultima fatica del regista hongkonghese che non sarà sicuramente perfetta, ma che ti scuote e ti percuote dal primo all’ultimo fotogramma….
8

Cosa cambierei

Il titolo italiano “Vendicami” francamente non si può sentire!

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