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Il nastro bianco

Regia di Michael Haneke vedi scheda film

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La recensione su Il nastro bianco

di bradipo68
8 stelle

Finalmente sono riuscito a vederlo.A più di 20 giorni dalla sua uscita nazionale è finalmente arrivato a Pescara,nel ghetto di un vecchio cinema monosala un po'decentrato.Ma almeno il mio grido di dolore espresso in una recente playlist è stato ascoltato.Erano vari anni che non frequentavo questo cinema,più che altro per pigrizia perchè ogni tanto qualche buona rassegna è passata su questo schermo.Non è molto diverso da come me lo ricordavo,le poltroncine sono un po'basse e cominciano a essere lise,ma sinceramente non mi importa,mi si scalda il cuore a vedere un cinema come questo,in cui addirittura riesco a vedere il proiezionista al lavoro, contrapposto alla magniloquenza di facciata delle sale supertecnologiche che ti sparano il loro dolby surround in faccia e alle tue spalle,con la gente intenta a sgranocchiare generi alimentari al limite della commestibilità e a bere bevande ad altissimo tasso zuccherino giusto per essere assetati un po'di più e ritornare al chioschetto all'interno del cinema nell'intervallo desiderosi di placare la propria arsura.E'un discorso vecchio e consunto, ma io preferisco queste sale un po'decentrate ,tranquille che permettono di concentrarmi su quello che sto vedendo.Ieri sera poi eravamo in 6 a vedere il film(a confronto della moltitudine di gente vista la settimana scorsa in attesa di vedere il secondo capitolo della saga dei vampiri da asporto viene da pensare,quasi da giustificare la politica dei distributori italiani e dei multiplex),quindi abbiamo assistito a una specie di proiezione privata,nel silenzio assoluto,letteralmente avvinghiati da quello che passava sullo schermo.Almeno quasi tutti...Il nastro bianco è un film estremamente silenzioso,senza colonna sonora in cui i titoli di testa e di coda passano nel silenzio,caratteri bianchi in campo nero.Haneke usa un bianco e nero molto contrastato che grazie alla fotografia eccezionale di Christian Berger assume tonalità talmente varie da essere quasi a colori.però nello stesso tempo riesce a far entrare dentro le ossa una sensazione di distanza e di freddezza da quello che si sta vedendo.Formalmente si è quasi abbacinati,ci sono sequenze di altissima perizia a cui l'illuminazione naturale conferisce grandissimo fascino,si avverte la cura quasi maniacale con cui Haneke ha organizzato tutto.E l'estremo rigore stilistico che rilegge anni e anni di cinema di Bergman  e di Bresson.Del resto come lui ha detto questa è un idea che gli frulla in testa da più di 30 anni.Una cosa che mi sono domandato per tutto il film è come mai lo stesso regista austriaco abbia parlato di prodromi del nazismo descritti in questo film.L'epoca storica in cui è inquadrato,il 1913,è ancora lontana dall'esplosione del fanatismo nazista.Quello che io ho visto è un microcosmo ottusamente chiuso,una chiusura tipica delle piccole comunità ma sinceramente ho fatto fatica a ricollegare questo film al nazismo.Siamo in una piccola comunità dove avvengono fatti strani in cui l'ipocrisia si manifesta proprio attraverso quel presunto simbolo di purezza da indossare che è il nastro bianco del titolo,mentre le figure preminenti del piccolo paese di religione protestante(il medico,il barone e gli altri in vista) si segnalano per un incredibile crudeltà verso coloro che gli stanno più vicino.Crudeltà naturalmente che si manifesta solo all'interno della quattro mura domestiche in cui si riesce a ferire le persone con parole taglienti come lame oppure anche direttamente con la verga con cui percuotere i bambini.I quali dal canto loro non stanno a guardare.Forse proprio per questo motivo molti hanno accostato questo film a Il villaggio dei dannati di Wolf Rilla,assoluto cult a basso costo agli albori degli anni 60.Haneke moltiplica le prospettive,disperde la narrazione in mille rivoli,ognuno è libero di vedere ciò che vuole.La vicenda inizia senza un perchè e non termina con una soluzione chiara e precisa.Termina col sospetto,così come era cominciata e viene il dubbio che Haneke non tratti lo spettatore come appartenente a quella comunità che ha descritto per quasi due ore e mezzo di film.Ci lascia a formulare dei sospetti,della maldicenze,di indirizzarci verso un possibile colpevole così come avrebbero fatto gli abitanti del piccolo borgo.Ma il nostro potrebbe essere un punto di vista sbagliato.No so se questo sia il film più bello di Haneke perchè non conosco a fondo tutta la sua filmografia ma questo a differenza degli altri che ho visto arriva a un formalismo quasi esasperato.Il manierismo formale è lì a un battito di ciglia,eppure ho l'impressione che Haneke non abdichi mai totalmente ed esclusivamente alla forma.Il nastro bianco è un film carico di significati,complesso non facile da leggere immediatamente e sicuramente da rivedere per cogliere tutto quello che non è stato colto alla prima visione.E non è un film facile da seguire dall'inizio alla fine perchè ti sottopone a un fuoco di fila di suggestioni praticamente a ogni sequenza,un film che ti entra sottopelle minuto dopo minuto e da cui non vorresti mai staccarti.Ma non è adatto a tutti.Tornando all'inizio di questa opinione dicevo che eravamo in 6 a vedere il film allo spettacolo serale(e quelli dello spettacolo pomeridiano erano ancora di meno).A fianco a me c'era un signore di mezza età che a occhio deve aver anche sonnecchiato durante il film.Alla fine mentre io sto guardando i titoli di coda ancora cercando di riprendermi e di rielaborare quello che ho appena visto,lui indolentemente si alza,si stiracchia brevemente e mentre indossa la giacca fa una minirecensione del film appena visto esclamando neanche tanto a bassa voce--"Ma che ca@#o!!!!!"---....Basta la parola.....

Su Michael Haneke

regia di formalismo quasi esasperato

Su Susanne Lothar

è un attrice favolosa

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