Espandi menu
cerca
Personal Effects

Regia di David Hollander vedi scheda film

Recensioni

L'autore

degoffro

degoffro

Iscritto dal 10 gennaio 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 99
  • Post 165
  • Recensioni 929
  • Playlist 23
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Personal Effects

di degoffro
2 stelle

Voce fuori campo iniziale che annuncia il tema del film: “La storia di qualcuno che aspetta qualcun’altro che però non arriverà mai. La storia di un’attesa e di persone che si incontrano nel frattempo.” L’attesa purtroppo è quella dello spettatore che per 100 minuti aspetta di vedere un qualcosa che si avvicini ad un film e che, ahimè, non arriverà mai. “Personal effects” scritto e diretto dallo sconosciuto e scialbo David Hollander è l’ennesima vicenda dell’incontro tra due anime ferite. Linda, donna di mezza età ancora piuttosto affascinante, madre di Clay, ragazzo sordomuto dalla nascita, lavora in un centro comunitario che si occupa di organizzare matrimoni dopo aver perso l’amato marito, ucciso in una sparatoria. Il giovane Walter invece, 24 anni, ha dovuto rinunciare alla squadra nazionale di lotta libera ed è tornato a vivere con la madre dopo la sconvolgente notizia dello stupro e omicidio di sua sorella gemella. Ora lavora come “ragazzo pollo” da Megabird. I due si trovano prima ad un gruppo di ascolto poi in tribunale dove si svolgono contemporaneamente i due processi contro gli assassini dei loro cari. Linda ha giustizia, Walter no. Tenta di scaricare la sua rabbia contro il presunto violentatore della sorella, un ragazzo ritardato lasciato libero perché giudicato non colpevole, ma si deve ricredere perché capisce che quel giovane non ha ucciso la sorella, anzi forse era l’unico che ha tentato di proteggerla. Nel frattempo tra i due, nonostante la differenza d’età, nasce un sentimento d’amore, del resto lui è Ashton Kutcher. Inutile, svogliato e piatto dramma di stampo televisivo, vive di situazioni di riciclo (Walter che prende a cuore Clay e cerca di coinvolgerlo nella lotta libera), si appoggia su un sentimentalismo patetico e fasullo (come le lacrime che il personaggio della Pfeiffer non riesce a trattenere ai matrimoni che organizza), non riesce mai a dar vita ai suoi monocordi caratteri, si trascina staticamente per tutta la durata senza sussulti, alla ricerca di un colpo di scena ad effetto che tarda ad arrivare e quando arriva lascia di sasso per quanto è banale, debole e forzato, come tuttavia il resto del film. Conferma inoltre la totale negazione recitativa del suo protagonista. Purtroppo coinvolge anche la sempre affascinante Michelle Pfeiffer (la adoro ma per me è un colpo al cuore vederla sprecata in queste fesserie senza capo né coda, non riesco a trovarci del buono solo per la sua presenza, anzi per me è un’aggravante, e poi perché si è rifatta lei che era così perfetta?) e Kathy Bates (per quest’ultima poco più di una comparsa, ma è suo l’unico momento veramente struggente del film quando al mercatino vende i dischi della figlia salvo ripensarci), poi di nuovo insieme nel ben più significativo “Chéri”. In un film che dovrebbe far piangere si ride di gusto quando l’ex fidanzato della sorella gemella di Walter chiede al giovane se può restituirgli l’anello di fidanzamento per riciclarlo per la sua nuova ragazza che nel frattempo ha messo incinta. Va beh…Forse il commento migliore è stato quello di mia moglie (non credo di rovinare a nessuno la sorpresa sul finale) che perplessa mi domanda: “Ma finisce così? Con lui che prende il bidone della spazzatura?” Già finisce proprio così. Lode comunque a Rai Movie che ha trasmesso il film in lingua originale con i sottotitoli.

Voto: 3

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati