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Segreti di famiglia

Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film

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La recensione su Segreti di famiglia

di Utente rimosso (andreona)
10 stelle

Un giovanotto in uniforme da marinaio bussa alla porta di un appartamento di Buenos Aires. Gli apre una donna, lui dice di essere Benjamin, il fratello minore di Angelo. La nave su cui lavora è ferma per un guasto al porto di Buenos Aires. Miranda (questo il nome della donna) sembra felice di abbracciare il cognato anche se lo vede per la prima volta; lo accoglie calorosamente e lo ospita sul divano. Gli riferisce che Angelo ha chiuso con la famiglia di origine e che ha cambiato il nome in Tetro. Bennie attende con ansia che l'amato fratello esca dalla stanza buia per salutarlo, ma questo non accadrà, non quella sera; rimasto solo Bennie estrae dalla tasca una vecchia lettera che custodisce gelosamente e si commuove.
Inizia così Segreti di famiglia, l'ultimo bellissimo film di Francis Ford Coppola. Bastano pochi minuti dell'incipit per catturare lo spettatore che, proprio come Benjamin, viene assalito da mille domande. Chi è Tetro? Perché ha lasciato gli Stati Uniti per trasferirsi in Argentina? Che cosa ha fatto negli ultimi dieci anni? Perché esita a incontrare il fratello? Eppure, a giudicare dal contenuto della lettera, si direbbe che un tempo tenesse molto a Bennie. Allora perché non ha mantenuto la promessa fatta in quella lettera? Che cosa lo ha fatto diventare così ostile verso i suoi familiari?
Benjamin cerca risposte da Tetro, vuole conoscere i segreti di una famiglia, della SUA famiglia, che gli sono preclusi ma di cui sente ugualmente il peso. Tutto quello che sa è che lui e Tetro hanno in comune la passione per la scrittura, madri diverse entrambe morte e un padre narcisista che ha reso la vita difficile a entrambi. Tetro si mostra subito scontroso, reticente e vistosamente infastidito dalla presenza del fratello. Non vuole essere interrogato, non ha intenzione di rivangare su un passato che lo ha segnato, ma soprattutto si rifiuta di parlare dell'unico vero responsabile della sua infelicità, suo padre Carlo Tetrocini (un istrionico Klaus Maria Brandauer). E il mistero si infittisce. Cosa può aver combinato Tetrocini di tanto orribile per attirarsi l'odio del figlio e spingerlo a rinnegare la propria famiglia?
Bennie inizia a indagare, è fortunato- può contare sulla gentilezza della cognata. Lo scambio di informazioni tra i due consentirà al ragazzo di ricostruire l'esperienza argentina del fratello e a Miranda di scoprire che Tetro è figlio del più grande direttore d'orchestra vivente. Prima di stabilirsi alla Boca, il quartiere genovese di Buenos Aires, Tetro era ricoverato in un ospedale psichiatrico, seguito dalla dottoressa Miranda. Ma per capire le origini della sua sofferenza fondamentale sarà il contributo dei manoscritti autobiografici- criptati e mai pubblicati dello scrittore Tetro- rinvenuti da Bennie e consultati a insaputa del fratello.
Da quei fogli Bennie apprenderà la verità su un padre spregevole, ambizioso e spietato verso alcuni familiari colpevoli di avere talento e perciò visti come una minaccia per il suo Ego smisurato. Ciascuno ha un posto assegnato all'interno della famiglia Tetrocini e lì deve rimanere per non privare il divo del suo primato. Come lo stesso Tetrocini afferma- in ogni famiglia c'è posto per un solo genio- e lui ha deciso che quel posto è suo, al costo di rovinare la carriera del geniale fratello Alfie e mortificare lo slancio letterario del figlio Angelo. Ma il sadismo di Carlo Tetrocini raggiunge l'apice nel momento in cui lui, uomo di mezza età, seduce e sposa la fidanzata diciottenne di Tetro semplicemente perché può farlo. Il suo gesto decreterà la condanna a morte della ragazza e produrrà conseguenze devastanti sulla psiche del figlio che da quel momento non sarà più in grado di condurre un'esistenza autonoma, nemmeno a migliaia di chilometri di distanza. Padre mancato, scrittore inconcludente, uomo incompiuto a tutti gli effetti, Tetro finirà sull'orlo della follia; saranno le amorevoli cure di Miranda, figura materna ancor prima che compagna e suo unico punto di riferimento, a salvarlo dalla perdizione.
Segreti di famiglia è intriso di riferimenti autobiografici, la storia dei Tetrocini pesca a piene mani nei conflitti interni alla famiglia del regista, dapprima tra suo padre Carmine Coppola- famoso musicista e primo flauto nell'orchestra di Arturo Toscanini- e lo zio, in seguito tra il padre e lo stesso Francis Ford. Ma Coppola è perfettamente consapevole del pericolo che le medesime dinamiche si ripropongano hic et nunc, e che la sua figura-decisamente ingombrante-possa pesare come un macigno sui propri cari. Se volessimo dare un'interpretazione psicoanalitica, diremmo che Segreti di famiglia rappresenta un tentativo di esorcizzare i sensi di colpa nei confronti dei figli e dei nipoti costretti a confrontarsi quotidianamente con un padre/zio mito. Le problematiche di una famiglia quale quella dei Coppola ruotano intorno al nome. Non è facile portare il cognome di uno dei registi più acclamati del mondo, ne sanno qualcosa la sorella Talia Shire, la figlia Sophia e meglio di chiunque altro lo sa il nipote Nicholas Cage, arrivato a sacrificare il cognome pur di emergere dall'ombra dello zio. Non a caso il protagonista del film rinnega il proprio nome e tronca con un colpo di accetta quello della sua famiglia.
Il lutto è un altro tema ricorrente: la madre di Bennie è morta di overdose e quella di Tetro ha perso la vita in un incidente stradale, proprio come il primogenito di Coppola. Il regista dunque rivive ossessivamente il suo dramma personale attraverso i ricordi del protagonista e allo stesso tempo coltiva e trasmette allo spettatore l'ansia della perdita imminente, martellandolo con continui incidenti stradali.
Il film è girato quasi interamente in uno splendido bianco e nero ma è durante il viaggio in Patagonia-dove Tetro viene rapito dallo spettacolare scintillio dei ghiacciai-che la fotografia di Mihai Malamaire raggiunge vette sublimi. La scena in cui il riverbero del ghiaccio si riflette negli occhi del protagonista è di una bellezza disarmante. Come accade nei sogni lo spazio il tempo e il sonoro scompaiono nella luce, una luce sfolgorante che pervade ogni cosa, anche il volto di Tetro. L'allusione visiva alla trasfigurazione di Cristo è sostenuta dall'atmosfera liturgica del brano El glaciar-parte integrante della splendida colonna sonora di Osvaldo Golijov.
Il film è scandito da frequenti, coloratissimi flashback: è il vissuto rimosso ed incompiuto di Tetro, elaborato attraverso la trasposizione offenbachiana dei racconti di Hoffman ed affidato a dei fogli di carta. Ci penserà Bennie a concludere e pubblicare gli scritti del fratello ingraziandosi la temutissima critica letteraria Alone, ma scoprirà che la realtà supera di gran lunga la fantasia.
Magistralmente diretto ed interpretato con grande coinvolgimento degli attori, Segreti di famiglia è un'opera angosciante e coltissima. Lo spettatore più esigente si sentirà appagato dalla sapiente fusione tra arte e psicoanalisi che solo un regista di grande sensibilità oltre che di grande cultura poteva realizzare senza ridurre il film a mero esercizio di stile. Vincent Gallo è immenso. Artista poliedrico anche nella vita, gestisce l'alienazione di Tetro con estrema naturalezza, mostrando una partecipazione fuori dal comune.
Con Segreti di famiglia Coppola supera se stesso e firma l'opera più raffinata, intimista e catartica della sua carriera.
 

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