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Generazione mille euro

Regia di Massimo Venier vedi scheda film

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La recensione su Generazione mille euro

di pgm
5 stelle

Il titolo non lascerebbe ben sperare. Ennesima commedia generazionale, con personaggi stereotipati, pervasi a un anticonformismo che si rivela essere unicamente una stanca ripetizione di tendenze e comportamenti modaioli? Quasi. No, non ci sono notti prima egli esami, non ci sono metri sopra il cielo e amenità affini, e questo sarebbe già abbastanza.

Però c'è un però. Generazione mille euro ha un problema di base, a mio modo di vedere la faccenda: il darsi l'aria di cinema sociale, di cinema di denuncia travestito da commedia, seppure amara, al limite della commedia nera incentrata sulla piaga del precariato tricolore (territorio già esplorato, tra gli altri, da Virzì con risultati non proprio entusiasmanti). Il giovane di belle speranze infelice, intelligentissimo e squatrinatissimo, l'amico cialtrone eppure volenteroso, la gnocca coinquilina ovviamente precaria e la gnocca dirigente ovviamente in incognito (mora e bionda, manco a dirlo, all'insegna di un simbolismo dozzinale, per quanto invertito, pensando al finale), il collega di lavoro sfigato ma non troppo, il presidentissimo cattivissimo e scozzesissmo (sic), sadico tagliatore di teste. Gli ingredienti ci sono e ci sarebbero, ma manca qualcosa, manca una virata sul grottesco vero e proprio che, date le premesse, non avrebbe di certo nuociuto all'esito del film. Intendiamoci, si lascia guardare, quasi quasi appassiona, ma sono imperdonabili alcune battte stucchevoli e sentenziose, nonché una serie di tempi morti ben istribuiti che rallentano la narrazione, altrimenti esemplare e lineare.

Dunque, pretese alte, una certa tendenza moraleggiante, attori non proprio impeccabili, un viaggio a Barcellona narrativamente gratuito e un finale telefonatissimo e risolutore a metà, conducono questo film di Massimo Venier in una sorta di limbo, un "potrei, ma non voglio" che spesso inficia molti lavori nostrani degli utlimi anni. Tuttavia, riesce a scavalcare l'asticella della mediocrità. Simpatico il segmento della partita virtuale tra Brasile e Andorra e la trovata del buco nel pavimento.

 

Voto: 5,5

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