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Basta che funzioni

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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La recensione su Basta che funzioni

di Eric Draven
8 stelle

Ebbene, fra poco, precisamente il prossimo 28 Novembre, uscirà la nuova opera di Woody Allen, ovvero Un giorno di pioggia a New York.

Quale occasione migliore dunque per celebrare questo straordinario eppur controverso artista, se non parlarvi di quello che consideriamo uno dei suoi migliori lavori dell’ultima decade, ovvero l’assai sottovalutato Basta che funzioni?

Uscito in Italia il 18 Settembre, per l’appunto, di dieci anni fa, al solito scritto oltre che diretto da Allen, Basta che funzioni è una commedia dolceamara della veloce durata di un’ora e trentatré minuti.

Totalmente ambientata a Manhattan dopo le prime, sorprendenti escursioni in terra straniera d’alcuni film precedenti di Allen, Basta che funzioni è la lieve, amabile e al contempo tragicomica storia di Boris (Larry Clark), misantropo, divorziato uomo pensionato che, dopo aver insegnato all’università e aver sfiorato il premio Nobel in Meccanica Quantistica, passa le sue tristi giornate a dare lezioni di scacco ai bambini, peraltro da lui scelleratamente derisi, filosofeggiando poi coi suoi amici al bar.

Che lui intrattiene, discorrendo sulle scempiaggini del mondo, inveendovi con riflessioni assolutamente pessimistiche ma allo stesso tempo, purtroppo, sconsolatamente vere e saggiamente caustiche.

Da tempo segregatosi nel suo appartamento polveroso e lercio da topo di biblioteca, al di là delle sue regolari frequentazioni annoiate con i suoi amici, i quali però, più che dimostrargli simpatia e affetto, pare che lo compatiscano, Boris conduce una monotona vita estremamente solitaria e oramai rassegnata alla più mesta e arida solitudine emotivamente funesta.

Una sera, prima di rincasare e salire le scale del suo appartamento, viene fermato da una ragazzina di nome Melody (Evan Rachel Wood), sfuggita ai suoi repressivi genitori del Mississippi.

La quale, dopo numerose insistenze, è disperatamente accolta a casa di Boris.

All’inizio Boris, nei riguardi della fanciulla, si dimostra esageratamente diffidente, comportandosi in maniera brusca da uomo severo, burbero e irascibile ma, paradossalmente, più Boris la offende, rinfacciandole di essere soltanto una capricciosa, inesperta ragazzina immatura e stupida, più Melody vien affascinata dalla sua figura d’intellettuale autoritario e intransigente, spocchioso, cinico e oltre ogni dire arrogante. Reputandolo perfino sexy.

Tanto, addirittura, da innamorarsene.

Boris e Melody si sposano. Al che, giunge Marietta (Patricia Clarkson), la madre di lei, a far visita inaspettatamente a sua figlia. Gettando scompiglio all’interno di tale anomala eppur stranamente assortita coppia di sposi.

Non vi sveliamo altro poiché, se non avete mai visto Basta che funzioni, vi rovineremmo la sorpresa.

Basta che funzioni non è un capolavoro ma, ribadiamo, è certamente il film più bello nella recente filmografia di Allen. Ottimamente recitato, annovera nel cast anche Henry Cavill e Ed Begley Jr. Scenografie di Santo Loquasto per una pellicola che, spesso, assomiglia a un kammerspiel ove gran parte della vicenda filmata si svolge nell’appartamento di Boris. Il quale, a sua volta, dal portentoso incipit, arrabbiato e protervo, sino alla scena finale, si rivolge direttamente a noi spettatori, guardando in macchina, fulminandoci con le sue strepitose invettive corroborate di freddure spiazzanti e acidissime.

Un uomo disilluso o soltanto eternamente, nell’animo suo, combattuto da enigmi psicologici perennemente irrisolti. Simbiosi incarnata delle nevrosi, dei proverbiali tic e delle sintomatiche depressioni malinconicamente leggiadre di Woody Allen, essendone chiaramente il suo pressoché insopportabile e allo stesso tempo irresistibile, strampalato alter ego spiccicato.

 

 

 

 

di Stefano Falotico

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