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Franklyn

Regia di Gerald McMorrow vedi scheda film

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La recensione su Franklyn

di marlucche
8 stelle

Franklin piomba nelle sale italiane in sordina, senza nessuna pubblicità e con l’etichetta di “fantascienza”… un’etichetta capace di allontanare una grossa percentuale di pubblico abituale… ma anche di richiamare coloro sempre in crisi di astinenza da questo genere… detto ciò di sabato sera a vedere questo film ci sono solo 5 persone in sala…

I primi 40 minuti sono criptici, apparentemente non c’è nessun filo logico nel dipanarsi della trama, poi qua e là dei bagliori squarciano il buio in cui si è brancolato fino a quel momento.
La visione dell’essere umano come entità interdimensionale che vive contemporaneamente su diversi piani di esistenza è affascinante e si apre ad una serie di scenari praticamente infiniti.
In questa visione Franklin è il punto di incontro o meglio il nodo che viene al pettine in un dato luogo e in un preciso momento. Scopriamo così che una giovane donna irrisolta con il bellissimo volto di Eva Green è anche l’amica immaginaria di un giovane che è stato abbandonato all'altare e che un militare probabilmente sconvolto dalla guerra in Iraq è anche un giustiziere in una Londra che è un'orgia gotico/barocca, tra Blade Runner e Brazil, passando per Gotham city.
Non sembrano esserci contatti tra le diverse dimensioni del corpo e dell’anima, non ci è dato comunicare tra i diversi mondi ma qualcosa nonostante tutto trapela… disegni su un tavolo che potrebbero sembrare il delirio artistico di un’artista senza pace rappresentano scorci della Londra parallela... E poi abbiamo anche un personaggio misterioso che dietro l’apparente stato dimesso di un inserviente dispensa parole capaci di evocare nei personaggi la strada da seguire.
Tra simbologie e stati d’animo dolenti, esseri che vivono nella costante ricerca di un qualcosa di indefinibile, forse la riconnessione con le altre parti del sé… Franklin riesce a ipnotizzare lo spettatore (almeno lo spettaore Cinefilante…), grazie anche ad una fotografia riuscitissima che rende splendidamente l’umidità e la grigiosità del clima britannico.
Da segnalare nel cast Susanna York, indimenticata interprete di altre pellicole che hanno a che fare con dimensioni altre, da “L’australiano” di Jerzy Skolimowski all’altmaniano “Images” e anche Richard Coyle, conosciutissimo in UK per la sua partecipazione a Coupling, una sit-com a metà tra Friends e Sex and the city (probabile che l’abbia vista solo io…).
Insomma Franklin non attirerà milioni di spettatori e forse a molti non piacerà ma è un bel film di quelli che ti lasciano con delle sensazioni e qualche domanda a cui si vorrebbe più di una risposta....

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