Regia di Umberto Carteni vedi scheda film
Come il calcio, la politica non ha mai funzionato nel cinema italiano. Raramente è riuscita ad inserirsi in una commedia, e paradossalmente due dei risultati più decenti sono un film sfilacciato ma simpatico come Gli onorevoli di Sergio Corbucci e una commediaccia scatenata come All’onorevole piacciono le donne. Inaspettatamente ecco Diverso da chi?, una commedia all’italiana come Cristo comanda in cui funziona quasi tutto alla perfezione: la sceneggiatura circolare di Fabio Bonifacci che, nonostante il camuffamento dei nomi dei due partiti al centro della scena (l’Unione democratica è il Partito democratico, il Partito popolare ossia il Popolo della Libertà), non si fa tanti scrupoli a rappresentare vizi e virtù dei due schieramenti senza comunque scadere nel qualunquismo più becero (anzi: è scontatamente un film di centrosinistra, considerando il feroce ritratto che Francesco Pannofino fa del suo sindaco razzista e violento Galeazzo e i maneggioni provinciali della vecchia repubblica degli strepitosi Antonio Catania e Giuseppe Cederna), ponendosi il principio dell’osservazione acuta ed arguta e sballando la materia solo nella seconda parte, in cui forse cede un po’ troppo al sentimentalismo (ma ce ne fossero di sceneggiature così lineari senza puzza sotto il naso); la tematica attuale, raccontata in modo elegante e il reparto tecnico e su tutti gli scattanti tanghi di Nicola Tescari che quasi richiamano a La patata bollente (con cui c’è l’affinità gay e politica); e il cast intonatissimo, con una grande Claudia Gerini che ricorda affettuosamente Monica Vitti e la coppia gay dei bravissimi Filippo Nigro e Luca Argentero. Quasi certamente l’unica vera commedia all’italiana dei primi duemila
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