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Welcome

Regia di Philippe Lioret vedi scheda film

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La recensione su Welcome

di Stuntman Miglio
8 stelle

Un bel film "Welcome", una toccante storia d'integrazione che emoziona e commuove senza ricorrere a facile retorica ma rimanendo semplicemente fedele a quella che è la (triste) realtà dei nostri tempi. Ambientato in una perfetta terra di confine come Calais, il film del talentuoso Philippe Lioret ci parla di Bilal, immigrato curdo diretto in Inghilterra dalla sua amata, e di Simon, triste ed indifferente maestro di nuoto alle soglie di un doloroso divorzio. I due, apparentemente agli antipodi, incrociano le proprie strade nel nome dell'amore, nel disperato bisogno di dare un significato alle proprie vite. "Vuole attraversare la Manica per rivederla ed io non riesco nemmeno ad attraversare la strada per fermarti." Questa battuta può dirsi il fulcro dell'intera vicenda in cui l'attenta regia affida buona parte del notevole impatto drammatico ad immagini silenziose, ad effetti sonori carichi di dolore e ad intensi primi piani. Le odissee dei due protagonisti, uno in fuga a piedi dall'Iraq e l'altro in fuga da sé stesso, culminano in un rapporto padre-figlio impossibile mentre all'esterno la società si rivela in tutta la sua intolleranza e meschinità (welcome recita lo zerbino di un fantomatico vicino che denuncia Simon alle autorità come trafficante di clandestini, il messaggio è chiaro). Poco spazio alle parole, quello essenziale stabilito da uno script lucido e consapevole. Stesso discorso per la colonna sonora e per la messa in scena che mai si lasciano andare ad inutili virtuosismi lasciando in primis agli interpreti il compito di comunicare, attraverso gesti e sguardi, sentimenti d'amicizia, speranza, sofferenza, impotenza. Impeccabile sia la direzione che la scelta del cast dove a farla da padrone sono il giovane e sorprendente Firat Ayverdi ed il solido Vincent Lindon ancora una volta ad altissimi livelli d'intensità. Buon cinema, di quello che sensibilizza facendo vera cultura.

"Non vedo l'ora di/
abbracciarti ancora/
fino a farti mancare il respiro/
io non vedo l'ora di/
respirare l'aria di Londra/
e quell'odore di underground/
e toccarti di nascosto/
ti ha sempre fatto ridere/
e quando ridi, io non vedo l'ora."

Pierpaolo Capovilla - Il Teatro degli Orrori - Il Mondo Nuovo

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