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Ander

Regia di Roberto Castón vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Ander

di kotrab
8 stelle

Roberto Caston è un giovane regista nato a La Coruna nel 1973, direttore del Festival GLBT di Bilbao dal 2004 (sua prima edizione). Ha all'attivo alcuni cortometraggi e ha esordito con notevole successo nel lungometraggio con Ander.
Il film è stato supportato dal servizio Berdindu del Dipartimento alla casa e agli affari sociali del Governo Basco, difatti nella pellicola si parlano tre lingue: spagnolo, basco e - se non ricordo male - catalano. La storia prende in considerazione un'ambientazione particolare, la campagna basca, ma affronta temi di importanza universale come l'amore e la solitudine, la morte, i dubbi, le paure e i sensi di colpa, l'affetto e l'amicizia: in due parole, la natura umana. Temi antichi, affrontati mille volte, eppure trattati con tocco delicato, assoluta credibilità e profondità, commozione autentica.
La vicenda è semplice e complessa - perché profonda - allo stesso tempo: nell'ultimo scorcio del 1999, Ander (J. Bengoetxea), un contadino sulla quarantina, vive con l'anziana madre (P. Rodriguez) e la sorella Arantxa (Leire Ucha). La vita scorre regolare e segue il ciclo della natura, tra mungitura e pascolo delle vacche, coltivazione della terra, avventure sessuali con la prostituta Reme (M. Rivera) assieme all'amico Peio (P. Revueltas) ecc. Quando Ander si rompe una gamba, Arantxa convince madre e fratello a incaricare come aiutante e ospitare il giovane peruviano Josè (C. Esquivel). Ander non ci mette molto a fare amicizia con Josè, il quale è ben voluto da molti grazie alla sua dolcezza e ai suoi modi gentili, rispettosi e semplici, unione di robustezza, delicatezza e diligenza. Molti tranne la sospettosa madre di Ander, sia perché probabilmente ha capito qualcosa sul figlio, sia per timore di una cultura straniera insieme all'orgoglio nei confronti del proprio uomo di famiglia, che ha preso le redini al posto del padre. Pian piano le cose si complicano e gli equilibri e i rapporti cambiano: la sorella si sposa, le relazioni da un parte si consolidano, dall'altra si sfaldano o incontrano tensioni indesiderate. Al crescente amore tra Ander e Josè (travagliato per il primo, naturale e discreto quello del secondo), si aggiunge l'amicizia e la comprensione di e per Reme, madre abbandonata dal marito, illusa nella speranza di un suo ritorno e a cui verrano dolorosamente aperti gli occhi: tre solitudini, tre diversità che si terranno sostegno contro le difficoltà della vita e degli altri.
Colpisce della regia l'approccio discreto, mai invadente, un distacco insieme compartecipe dei sentimenti; l'attenzione e la cura del dettaglio dei modi, della vita quotidiana in una campagna moderna perché ormai sostenuta dalle comodità delle tecnologie, ma in fondo ancora sospettosa nei confronti di certi "fenomeni". Una narrazione pacata come l'atmosfera naturale, lenta eppure mai noiosa: le scene si susseguono senza forzature di sorta, con un'omogeneità che alterna sapientemente silenzi e dialoghi, ironia e dolore, senza cali d'interesse, ma anzi una totale compartecipazione senza falsa retorica, naturali e non scandalistiche anche nei momenti più "pericolosi". La recitazione degli attori è molto ben amalgamata con lo stile della regia: prestazioni veramente "umane" capaci di momenti assolutamente toccanti, come il funerale, e senza stucchevolezze, come il matrimonio. Molto ben caratterizzati anche i personaggi secondari, come il rude e volgare Peio o il tenero e segreto spasimante della madre, Evaristo (un bravo P. Otaegi).
Tra l'immagine essenziale della casa, all'inizio di giorno e alla fine luccicante nella notte, tra i versi penetranti delle rondini e il silenzio dei paesaggi, simbolicamente si passa da una situazione ad un'altra tramite l'entrata nell'anno 2000: gli orologi continueranno a funzionare, una nuova vita si apre, ma la nuova era Zapatero, con le storiche innovazioni, avrebbe cambiato ancora poco fuori dalle città. 8 1/2

Sulla colonna sonora

Dominano i suoni e i rumori della natura, ogni tanto le parole della televisione e qualche stralcio musicale da una radiolina.

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