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About Elly

Regia di Asghar Farhadi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su About Elly

di laulilla
8 stelle

Eludere le trappole della tirannide e dell’inquisizione attraverso la dissimulazione era il modo più onesto per difendere se stessi e gli altri, secondo il trattatista che nel 1641 lo teorizzò: Torquato Accetto (Della dissimulazione onesta).

 

Un gruppo di amici, coi loro bambini, lascia la città gioiosamente per un lieto week-end al mare. Sono giovani e ben volentieri accettano di dividersi i compiti per rendere il soggiorno il più possibile confortevole per tutti, visto che la stanza prenotata, imprevedibilmente sarebbe stata disponibile per una sola notte  e che l’agenzia aveva offerto in cambio la sistemazione in un alloggio, grande e libero, ma da ripulire e riordinare…

 

Del gruppo facevano parte anche Ahmad (Shahab Hosseini) ed Elly (Taraneh Alidousti): il primo era appena tornato dalla Germania, dove aveva divorziato; la seconda era la giovane maestra d’asilo dei bambini della bella e colta Sephideh (Golshifteh Farahani), che li aveva invitati entrambi nella speranza segreta che dal loro incontro nascesse una storia d’amore.

 

Come si vede, il film presenta una situazione molto comune che potrebbe svolgersi in qualsiasi paese del mondo.

Qui siamo sulle sponde del Caspio, nell’Iran islamico dominato dagli ayatollah integralisti, dove le donne hanno il capo coperto dal velo, e non si liberano degli abiti pesanti neppure sulla  spiaggia, come invece fanno i maschi del film, che, evoluti e moderni, senza problemi si fanno carico delle pulizie di casa mentre le mogli sono a far spesa: si è in vacanza, si gioca, ci si diverte e si collabora, come tutti si farebbe in questi casi.

 

Elly, rimasta a casa per prendersi cura dei bambini, era in ansia per la salute della madre e per un segreto tormentoso - noto solo a Sephideh - che la rendeva inquieta, nonostante l’evidente feeling con Ahmad.

 

Improvvisamente, l’ingrossarsi minaccioso del mare in burrasca metteva in pericolo uno dei piccoli, che sarebbe stato ritrovato mezzo morto, mentre Elly, che si era tuffata inutilmente per cercarlo, era a sua volta sparita…

 

Che fine aveva fatto Elly? Chi è Elly? Qual è la sua storia?

 

Solo Sephideh, a quanto pare, sapeva qualcosa di lei, ne conosceva segreti e tormenti, ne aveva nascosto borsone da viaggio e cellulare, ciò di cui non dava alcuna spiegazione.

 

 

 

 

Tanto era bastato al marito, per strapazzarla, malmenarla, diffidare di lei come moglie, come madre, come padrona di casa: l'uomo, abbandonando la modernità che lo distingueva dai misogini maschi iraniani, stava ora rispolverando, con gli altri amici, i luoghi comuni, il controversismo capzioso, lasciando emergere antiche paure senza fondamento, quasi a dimostrare che  la modernità dei comportamenti e delle abitudini era più apparente che sostanziale e non reggeva, purtroppo, alla prova dell’inattesa e improvvisa novità.

A Sephideh, se voleva salvare se stessa e l’unità della sua famiglia, non restava che la dissimulazione, che non è esattamente la menzogna, ma quasi una forma di prudenza, l’unico strumento di difesa dall’oppressione ingiusta e senza sbocchi.

 

Tutta la vicenda è costruita molto bene: svolte inattese, improvvise scoperte, nebbie e oscurità nel paesaggio e nei cuori creano la giusta tensione, senza ricorso agli effetti speciali.

Bravi gli attori, fra cui spicca Golshifteh Farahani, bellissima e bravissima Sephideh, esule a Parigi, dove ha rivelato che senza il velo e senza quegli abiti, che volutamente mortificano il corpo femminile, non sarebbe stato possibile girare il film, sebbene nella quotidianità le donne evitino, quanto più possibile, di velarsi e infagottarsi con le orribili vesti imposte dal regime: ipocrisia e dissimulazione per difendersi dalla tirannide, come nel 1641 in piena Inquisizione.

 

Orso d’oro a Berlino nel 2009.

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