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Il superpoliziotto del supermercato

Regia di Steve Carr vedi scheda film

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La recensione su Il superpoliziotto del supermercato

di marcopolo30
5 stelle

Commedia cosiddetta 'per famiglie' interpretata dal corpulento Kevin James. Semplice e divertente la prima parte, mentre la seconda è in pratica una sorta di “Die Hard” rivisitato in chiave comica che però non fa sfortunatamente mai ridere.

Kevin James, scuderie Adam Sandler, interpreta (oltre a co-sceneggiare) Paul Blart, obesa guardia giurata di servizio in un centro commerciale. Il film può facilmente dividersi in due parti, ben distanti tra di esse, direi quasi opposte. La prima, frizzante, tesa a presentarci l'impacciato sopracitato agente di sicurezza che ne combina di tutti i colori e non perde occasione per rendersi ridicolo. Poca storia (intesa come trama) e molta fisicità, e in questo James possiede sicuramente le physique du role e se la cava egregiamente. Seconda parte con trama assurdamente ricalcata su “Die Hard” con l'imbranato Paul Blart che si trasforma ipso facto in una macchina da guerra. Non è dato sapere come pensavano gli sceneggiatori che anche questa parte sarebbe stata divertente, perché non lo è affatto ma voglio comunque supporre che l'intenzione di renderla divertente fosse presente, e il film finisce così con l'afflosciarsi tristemente. A voler cercare a forza una qualche nota positiva in questo “Il superpoliziotto del supermercato”, indicherei la mancanza di inutili e ormai omnipresenti volgarità e violenza, cosa che quanto meno lo rende adatto senza riserve a un pubblico preadolescenziale. Per lo spettatore adulto invece poco da gioire: 30 minuti divertenti seguiti da 60 mosci non ti fanno esattamente venir voglia di rivederlo daccapo non appena terminati i titoli di coda. Al botteghino fece comunque faville e infatti, puntuale, arrivò l'inevitabile sequel, uscito nel 2015, e apparentemente molto ma molto brutto, al punto da ricevere candidature multiple ai Golden Raspberry Awards di quell'anno ('perdendo' comunque in finale contro “Cinquanta sfumature di grigio”) e uccidendo di fatti il personaggio, nonostante il box-office gli diede ancora una volta ragione.

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