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Revanche. Ti ucciderò

Regia di Götz Spielmann vedi scheda film

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La recensione su Revanche. Ti ucciderò

di PompiereFI
8 stelle

Tamara (Irina Potapenko) fa uso di droghe insieme al suo focoso amante Alex (Johannes Krisch, vagamente somigliante al nostro Franco Nero). Entrambi subiscono le angherie di un boss capitanante una casa di appuntamenti nel centro di Vienna per la quale lavorano. Alex è uno scagnozzo che fa da jolly trasportando casse di birra e accompagnando a casa le prostitute, Tamara è una lucciola ucraina che vorrebbe splendere solo per il suo innamorato. All’orizzonte della coppia si profila quella che sembra essere un’occasione da non perdere. Ma, a volte, tentar nuoce.


Apparso in ben 35 Festival (tra cui quello di Berlino dove ha vinto 3 premi), candidato all’Oscar come Miglior Film Straniero nel 2009 e permeato da sottilissime venature thriller, il film scritto e diretto da Gotz Spielmann ci conduce sull’orlo del baratro di una follia lungamente annunciata mantenendo una dolcezza spiazzante nonostante le ruvidità e le asprezze di fannulloni, poliziotti e papponi.

Il regista muove raramente la macchina da presa ma lo fa quel tanto che basta a descrivere con lucidità una situazione anomala realizzando un’opera di insolita espressività e sobrietà visiva

 

Tra i bellissimi e formalmente eterni campi agricoli austriaci (luogo dove si sposta l’azione dopo l’intro cittadino), “Revanche” è un affascinante canovaccio di coscienze in fuga e prossime alla rottura, tra drammi sospesi e scene di sesso esibite con disinvoltura aventi tutte un significato che si palesa solo verso la fine della pellicola.

Gli stati emotivi dei personaggi sono rappresentati con uno stile ineccepibile e suadente: troviamo così la recuperata allegria da parte di una persona anziana, il desiderio di rappresaglia che consuma l’animo di Alex, il senso di colpa che rode la psiche del poliziotto Robert, la trepidazione di tutti nel raggiungere un quadro familiare rassicurante con tanto di figli al seguito.

Alex in particolare si sfoga tagliando legna da ardere mentre fa propositi di vendetta, e chissà se questo servirà a reprimerli. Condivide con il nonno la scomparsa di una donna verso la quale provava affetto e/o amore, la cocciutaggine, il carattere silenzioso e scorbutico. I personaggi, particolarmente bisognosi di affetto, denaro e sicurezze, sono lenti nei movimenti. Flemmatici come la trama del film che li racconta.

Esemplari residenti ai bordi di un laghetto quieto e cullati dal suono del canto degli uccelli nel bosco circostante, si scopriranno vittime di un sasso gettato dentro le calme acque della placidità. Mentre in lontananza i tuoni annunciano l’arrivo di un temporale…

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