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Bellamy

Regia di Claude Chabrol vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Bellamy

di hallorann
6 stelle

Il commissario Paul Bellamy è in vacanza con la moglie a Nimes, nel sud della Francia. Il suo tranquillo menage viene distratto da uno strano individuo che si aggira intorno alla sua casa e dall’arrivo del fratellastro Jacques. Il primo dice di chiamarsi Noel Gentil e confessa al commissario di aver ucciso “in un certo senso” l’uomo trovato carbonizzato dentro un’auto precipitata in una scarpata. Bellamy comincia delle indagini private in cui interroga la ex moglie di Gentil/Leullet (il vero nome), l’amante e una commessa di un Brico Marche. Sosia, plastiche facciali e morti improvvise diletteranno il pacioso Bellamy. Nel frattempo in casa il rapporto con Jacques ha degli alti e bassi, scandito da incomprensioni e riappacificazioni. Il giovane ha tutti i crismi del fallito, sfaccendato e beone, dice di essere ad un punto di svolta personale e professionale. Tra i due riaffiorano dissapori e sensi di colpa soprattutto di Paul ma se le indagini e le sue manovre andranno a buon fine, dal fratellastro riceverà l’ennesima (e definitiva) brutta notizia. Il canto del cigno del maestro della Nouvelle Vague Claude Chabrol rassomiglia più al plot di una serie televisiva che a un prodotto cinematografico. La trama è uno pseudo giallo poco interessante e farraginoso che si conclude con un’arringa omaggio al cantante autore Georges Brassens. Il regista de IL TAGLIAGOLE, infatti, preferisce soffermarsi sulla quotidianità del commissario: colazioni, cene, bevute di vino, tenerezze e confidenze con la bella moglie Francoise etc. Predilige il lato privato della sua vita, il rapporto contrastato e contradditorio con il fratellastro e a dire il vero quest’ultimo tema meritava maggiore attenzione e analisi. Probabilmente la sovrastruttura televisiva ne ha inficiato il risultato complessivo, inizio e fine ricordano una brillante puntata del nostro commissario Montalbano. Il film si regge e si salva grazie al mestiere e al peso (non è un eufemismo) di Gerard Depardieu, un Bellamy obeso, sornione e bon vivant quasi fosse Chabrol stesso all’opera. La moglie Marie Bunel ricorda la migliore Marlene Jobert, nelle parti minori non tutti sono all’altezza tranne la sconfitta e lacerata Marie Matheron nei panni di Madame Leullet. La versione italiana inoltre è servita da un pessimo doppiaggio.

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