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Live! Ascolti record al primo colpo

Regia di Bill Guttentag vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Live! Ascolti record al primo colpo

di mc 5
2 stelle

Era da parecchio che un film non mi faceva indignare così. E il motivo è la sua scorrettezza e la sua evidente malafede. Il critico di "Repubblica" lo ha definito "rozzo, superficiale, grossolano, sgradevole" ed io non posso che associarmi. Il tema affrontato è quello dell'audience ad ogni costo e dei limiti sempre più alti in corrispondenza dei quali viene collocata l'ideale asticella. Dunque un tema fra i più attuali e i più dibattuti ovunque, tutt'altro che nuovo, ma si dà il caso che l'argomento mi interessa da sempre e ritengo che data la sua serietà ed importanza esso richieda un approccio accorto e sensibile. Il problema è che qui tutto appare FINTO, artificioso, pretestuoso, opportunista ma soprattutto FURBETTO. Quindi l'esatto opposto di quello stile "mockumentary"con cui il lavoro si propone al pubblico. Insopportabile la figura della dirigente televisiva cinica che ne è la protagonista: ma attenzione, io intendo "insopportabile" NON per la veste da cattiva in cui si propone, ma proprio in quanto tremendamente FINTA a livello di scrittura (personaggio misero e totalmente privo di sfumature). Poi c'è un'altra questione "da niente"...E' evidente che uno show del genere non andrebbe MAI in onda su nessun canale televisivo, sarebbe come legalizzare gli snuff movies, è una cosa che non sta nè in cielo nè in terra. Dunque: venendo a cadere l'assunto centrale, qualcuno mi spiega questo film che cazzo lo hanno fatto a a fare??! Riassumendo: una vicenda INVEROSIMILISSIMA che viene raccontata con lo stile del REPORTAGE, roba da matti. E ancora. (ATTENZIONE! SPOILER!!!). Ci sono questi 6 concorrenti che fanno questa cavolo di roulette russa in diretta, ok. Nel film quando tocca al quinto..pum!..gli salta il cervello e muore. Ma se capitava al primo concorrente, che succedeva? Show finito e tutti a casa? E gli inserti pubblicitari che fine facevano? E adesso ci tengo a riportare una delle tante assurdità. A un certo momento c'è un dialogo fra la dirigente televisiva Eva Mendes e un avvocato reticente che non vuole unirsi a lei nel folle progetto di questo "death-show" ; beh, sapete lei come se ne esce? Evocando il festival di Woodstock ed assimilando i parrucconi che a quei tempi osteggiavano i "capelloni" e i raduni musicali a coloro che oggi criticano per ragioni morali la deriva estrema di questi reality show....Ecco, basterebbe questo ragionamento per pigliare a calcinculo per tutta Hollywood il regista-sceneggiatore e la stessa Mendes che ha prodotto il film. Ma poi tutta la pellicola trasuda ambiguità e pare in realtà sguazzare allegramente in quella stessa melma che vorrebbe stigmatizzare. E adesso scusate ma "mi corre l'obbligo" di una riflessione personale. A parte la più che ovvia condanna del progetto della "roulette russa in diretta" evocata dal film, il sottoscritto è nemico giurato di qualunque forma di reality, "Grande Fratello" in primis, ma anche le altre minchiate ignobili come "La Fattoria" o "l'Isola dei Famosi", tristissimi spettacoli che rappresentano la deriva più demente
di questa nostra società. Tale deriva (che è poi il punto di forza di questi reality) è quella dell'insegnamento ai più giovani che la vita è tutto un "mors tua vita mea", tutto un allearsi con chi ti conviene per fare fuori chi ti sta sui coglioni, tutto uno scegliersi dei nemici, allearsi (magari di nascosto) con questo per fregare quello, perchè nella vita o freghi o sono gli altri che ti fregano. Se questi sono i modelli e i riferimenti che tali reality propagandano, scusate, ma per me possono andare a fare in culo. Tutti. E se qualcuno mi vuole accusare di fare il moralista-moralizzatore, prego, si accomodi, sono qua che lo aspetto. Anche perchè non sono solo, ho dei riferimenti anch'io, che non sono "la casa" o la Marcuzzi o i "Telegatti", ma bensì giornalisti come Curzio Maltese, Michele Serra, Giorgio Bocca...Che volete, ognuno ha i riferimenti e i modelli che ha, o che si merita...Nel film Eva Mendes mette in scena un modello professionale, quello della donna in carriera assatanata, supercorazzata, e che con la sua postura da guerriera sembra voler dire "Hey, ho un gran bel culo, ma ho anche due coglioni d'acciaio che voi maschi ve li sognate". Ecco, quelle donne che cercano nella carriera (o nel potere, come preferite) una rivalsa "feroce" tentando di emulare e scavalcare il maschio nei suoi aspetti più canaglieschi e prepotenti, ebbene, questo tipo di donne, proprio non lo reggo (tipo certe "capitane d'industria").
Per concludere, se posso aggiungere un'impressione curiosa, devo confessare che il personaggio di Eva Mendes mi ha fatto venire in mente a più riprese, chissà perchè, la nostra Simona Ventura. Ed infine, sempre sulla Mendes, una cosa che non posso proprio tacere. S'è fatto un gran parlare del dettaglio che lei stessa ha prodotto il film, come a voler sottintendere quanto la Mendes sia coinvolta a livello "ideale" nel "messaggio" veicolato dal film stesso. Ebbene, la Mendes è passata di recente dall'Italia per promuovere la pellicola. L'ho vista in tv rispondere alle domande dei giornalisti: dalla sua bocca, sul tema, sono uscite solo banalità, ovvietà, superficialità, sciocchezze. Questo avvalora ulteriormente la mia tesi. Tutta fuffa. Tutto finto.
Voto: 1

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