Espandi menu
cerca
Sherlock Holmes

Regia di Guy Ritchie vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mc 5

mc 5

Iscritto dal 9 settembre 2006 Vai al suo profilo
  • Seguaci 119
  • Post 1
  • Recensioni 1059
  • Playlist 57
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Sherlock Holmes

di mc 5
8 stelle

Confesso che ho sempre nutrito una certa vaga (ma certa e vaga si potrà dire o è un ossimoro? boh) istintiva simpatia nei confronti di Guy Ritchie. Lui ha sempre (come da foto e come da youtube sparsi in giro) quest'aria da "cazzone" che non mi dispiace affatto. Problemi, caso mai, potrebbero sorgerne col suo cinema, sul quale ha spesso riversato il suo stile altrettanto "cazzone". Ma se escludiamo l'incidente di percorso del remake con Madonna e Adriano Giannini (più che un passo falso una boiata pazzesca) tutti gli altri film da lui diretti li ho trovati godibili e divertenti. In particolare ho molto amato la sua penultima fatica, il formidabile "RocknRolla", una delle pellicole più gustose degli ultimi anni. Ciò detto, devo ammettere che da Ritchie non mi sarei mai aspettato un exploit di questo genere e di questo livello. Egli ha fatto il passo decisivo, ha preso coraggio e ha investito tutto quello che possedeva (a livello di energia creativa artistica, perchè in realtà non appare tra i produttori esecutivi del film) puntando tutto su un "filmone", addirittura un potente blockbuster uscito in contemporanea globale mondiale il 25 dicembre scorso, con riscontri economici già valutabili alla stregua di un trionfo, superati solo dal kolossal "Avatar". Dunque quel "cazzone" di Guy Ritchie è riuscito nell'impresa di sfornare un blockbuster in grado di divertire pressochè tutti e di scalare il box office senza perdere un grammo del suo stile scapigliato, casinista, movimentato, adrenalinico e -fatemelo ripetere- "cazzone". C'è poco da fare: si vede che il suo spiritaccio anarco-brioso non lo sopprimono nemmeno le ambizioni da box office. E aggiungerei che, comunque la si pensi, il buon Ritchie dimostra alla grande di possedere un "suo" stile, oramai riconoscibile come un marchio di fabbrica. Due le parole chiave da me prescelte per inquadrare e definire il film: originalità e abbondanza. Originalità? mai visto un Ritchie così potente nelle immagini, così ispirato, così scatenato, così "cazzone" ma nel contempo anche professionale; mai visti un Jude Law e un Robert Downey jr. così in forma e così istrionici (ma di loro parlerò in dettaglio più avanti); mai vista una Londra così fosca, livida, sovrastata perennemente da minacciose nubi nere, inospitale, quasi maleodorante, custode di segreti e complotti nonchè di dilagante corruzione contaminata da satanismi, insomma una città dall'anima profondamente nera. Fin qui l'originalità...e l'abbondanza? Beh, nel film cè "tanto" di tutto. A partire dalla durata di 128 minuti. Due ore PIENE, pienissime di tutto: parole, teorie, gesti, sguardi, rumori, spari, corpo a corpo, esplosioni...un film insomma talmente corposo e denso che alla fine lascia lo spettatore con la sensazione di aver visto una pellicola di 4 ore, forse frastornato ma sicuramente appagato. E non credo di esagerare affermando che ci sono registi i quali con tanta carne al fuoco e con tanto materiale di sceneggiatura, ne avrebbero ricavato tre film! Ma non sto più nella pelle dall'urgenza di omaggiare un super cast. Robert Downey jr. è un caso che ha del miracoloso. Tutti sappiamo che qualche anno fa uscì da una travagliata disintossicazione che pose fine ad un periodo drammatico della sua vita. Da quel momento Downey iniziò una scalata senza sosta verso un proprio miglioramento professionale che gli ha fatto raggiungere vette prima impensabili di talento e di conclamata popolarità, fino a diventare oggi forse la star più richiesta di Hollywood. Ma...c'è un "ma". Da suo sincero estimatore, vorrei rivolgermi idealmente a lui per muovergli un piccolissimo appunto. Caro Robert, tu stai facendo scintille coi tuoi ruoli brillanti ed autoironici, (vedi le chicche di "Tropic Thunder" e "Iron Man") ma, conoscendo il tuo talento, avrei una voglia matta di vederti alle prese con un ruolo drammatico, magari un bel thriller psicologico, oppure (che so) un drammone sentimentale. Ecco, Robert, provaci per favore. Che sei brillante ed autoironico lo abbiamo capito: ora, se puoi, cambia registro. Grazie. Nonostante tutti gli occhi di fans ed appassionati di cinema siano puntati su Downey jr, io, modestamente, credo che la rivelazione autentica del film sia Jude Law. Io chiaramente lo apprezzo da tempi non sospetti, ma in questo film trovo che abbia affinato la sua arte in modo superbo. Così come la presenza di Robert Downey è ingombrante e "materiale", qui Law riesce invece a sfoggiare una chiave di recitazione raffinatissima, fatta di sottrazioni, sottilissima, trattenuta. In pratica lui parla tutto sommato poco ma si esprime magnificamente con gli sguardi o con quasi impercettibili movimenti dei muscoli del viso. Insomma un Law la cui interpretazione segnala una enorme accelerazione sul piano della sua crescita professionale. E resta oltretutto -lo dico da eterosessuale convinto- un gran bel figo. I dialoghi, ma anche le occhiate, che i due carismatici protagonisti si scambiano di continuo sono da antologìa del cinema, e segno evidentissimo della perfetta alchimia creàtasi sul set tra i due attori. Ma non dobbiamo dimenticarci che in questo film esiste anche una protagonista femminile. E "che" protagonista. Adesso sono sul punto di aprire una di quelle parentesi "da delirio" che chi legge questi miei scritti teme (immagino) come la peste. Sto per introdurre, signore e signori, quella delizia di Rachel Mc Adams, da me ribattezzata (nei miei dialoghi immaginari da cinefilo cialtrone/sconvolto) "Rachelina". Ecco la mia Rachelina guai a chi la critica, se la dovrà vedere con me, e sono anche disposto a sfidarlo a duello. Il punto non è se Rachelina sia o non sia un'attrice straordinaria (bravina comunque lo è senz'altro!), ma che possiede quel viso impagabile da cerbiattina, talmente grazioso che non riesce neppure a trasmettermi impulsi erotici, ma solo tenerezza, simpatia e l'istinto protettivo che si potrebbe provare nei confronti di una graziosa nipotina (e guai a chi mi dà del perverso!). Ed ora, volendo, potremmo "contestualizzare" la pellicola nel suo contingente ambito di "cinema delle Feste". La notizia del giorno, che ha del miracoloso, è che "Sherlock Holmes" ha battuto negli incassi dell'ultimo weekend quelle invereconde vaccate dei due innominabili cinepanettoni. Anche se della cosa avevo fiutato qualche sentore, visto che ho dovuto aspettare che passasse Natale per poter vedere questo film, avendo trovato sempre sale col "tutto esaurito" e dunque inaccessibili. Che dire? Un film "strenna" che coniuga con estrema brillantezza divertimento popolare ed intelligenza artistica non è roba di tutti i giorni!! E poi soprattutto -occhio alle parole e al loro significato- finalmente un blockbuster che sa essere ACCATTIVANTE senza essere RUFFIANO. Meditate, gente. Adesso che ci penso, invece di usare più volte quella parola di dubbio gusto, avrei potuto utilizzare termini quali "post-moderno", oppure "tarantiniano", o ancora "stile pulp"...ma ormai è andata così e non mi va di "editare". Sintetizzando in una frase il senso della pellicola: quando lo spirito "cazzone" (OPS!! l'ho detto di nuovo...) di un regista esuberante incontra un classico della letteratura poliziesca, ecco che scatta il corto circuito. E si vedono le scintille.
Voto: 9

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati