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La lunga notte del '43

Regia di Florestano Vancini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La lunga notte del '43

di axe
8 stelle

Dicembre 1943, Ferrara. La giovane Anna Barilari lavora in una farmacia di cui è titolare, insieme al marito, Pino, un uomo malato ed invalido che passa tutto il suo tempo seduto dietro una finestra, a vedere ciò che avviene per strada. La ragazza, trovandosi a disagio nei panni dell'infermiera, inizia un rapporto con Franco Villani, un uomo più grande di lei, al quale era legato anche negli anni dell'adolescenza. Franco, per vicende connesse all'armistizio di pochi mesi prima, preferisce non mettersi in mostra. Contemporaneamente, il capo dei fascisti locali, Aretusi, fa uccidere, ritenendolo imbelle, il console Bolognesi, gettando poi la colpa sugli avversari politici. Alcune squadre della Guardia Nazionale Repubblicana raggiungono Ferrara per rastrellare ed uccidere alcuni notabili antifascisti, tra cui l'avvocato Attilio, papà di Franco. Nel corso di una drammatica notte e del giorno successivo, le sorti dei vari personaggi vengono irrimediabilmente segnate. Delusa contemporaneamente dall'amante e dal marito, Anna scompare dalla scena, mentre il diabolico Aretusi la fa franca; l'epilogo si svolge molti anni dopo la guerra. Franco, espatriato all'estero, torna a Ferrara con moglie e figlio, ed incrocia proprio Aretusi, con il quale scambia quattro chiacchiere amichevoli. Tratto da un racconto di Giorgio Bassani, a sua volta basato su una storia vera, questo film ha il punto di forza in una verosimile descrizione di alcune dinamiche legate alla guerra ed alla sua conclusione. La vita in città negli anni più duri del conflitto prosegue con una parvenza di normalità; ma la fame, la paura dei bombardamenti - che i cittadini si augurano avvengano sempre un po' più in là - ed i rastrellamenti ci ricordano quale precarietà assuma la vita umana in tali contesti. I più pensano semplicemente a sopravvivere, altri ad un'affermazione personale, anche nascondendosi dietro l'ideologia. A questo proposito, è emblematica la figura di Aretusi, detto Sciagura. Fascista della prima ora, imbottito di retorica, più a suo agio seduto al tavolino del bar insieme ai compagni di partito che nei campi di battaglia, si vede concesso dal frangente storico un potere spropositato che ritiene di poter usare quasi senza controllo. I suoi intrighi conducono alla morte di molti innocenti; eppure il conto non lo paga. Ciò per i connotati delle persone con le quali interagisce nel racconto; nessuno di essi è un santo, o un eroe; sono semplici esseri umani con più difetti che pregi. Anna è una donna infelice; nel racconto, la vediamo dispiacersi per una gioventù che si consuma mentre è costretta a curare il marito e mandare avanti l'azienda di famiglia. Si aggrappa alle speranze che gli concede Franco, il quale, però, non è molto chiaro circa le prospettive di un futuro insieme. Egli rimanda a dopo la guerra qualunque ulteriore assunzione di responsabilità. Nel momento in cui il padre viene ucciso, rinunzia a qualsiasi proposito di vendetta, ed anzi, allontana da sè Anna, che gli comunica l'esistenza di un possibile testimone. Pino è un personaggio dolente, soffre per sè e per la compagna, alla quale sa di non poter offrire prospettive. Silenzioso e criptico, assiste all'assassinio dei notabili, ma non parla, ne' con la moglie, cui evidentemente rimprovera la relazione con il figlio del morto, nè con Aretusi, suo conoscente, presente sulla scena degli omicidi e timoroso di rivelazioni imbarazzanti. La fine della guerra spazza via tutto; quando Franco torna a Ferrara, con una moglie straniera ed un bambino, la trova diversa - solare, piena di vita, molto differente dal periodo della guerra, nel momento del quale è ritratta nebbiosa e spopolata - ed egli stesso è un uomo diverso. Non esprime - o, quanto meno, sceglie di farlo - alcuna valutazione negativa sul personaggio di Aretusi, il quale si è rifatto una vita con una parvenza di rispettabilità. E' stato fascista, ma ora - periodo della ricostruzione e della riconciliazione - ciò non conta più nulla. Chi è in grado di adattarsi, va avanti. Si lascia alle spalle un ingombrante passato, volgendo lo sguardo al progresso ed alla modernità. Chi non è in grado, come le figure tragiche di Anna e Pino, scompare o muore. Buona prova per gli attori Gino Cervi, che interpreta il tronfio, infido e vigliacco Aretusi; Enrico Maria Salerno, il silenzioso Pino; e, soprattutto, Belinda Lee, nei panni della sensuale ed irrequieta Anna. Un dramma d'ambientazione bellica, valido per l'evocativa ricostruzione della vita in città durante gli anni della R.S.I., ed avvincente per la vicenda sentimentale ed umana che racconta.

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