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Segnali dal futuro

Regia di Alex Proyas vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Segnali dal futuro

di scandoniano
4 stelle

Stati Uniti, 1959: in una scuola elementare americana si fa seguito alla volontà del preside, producendo una serie di previsioni, in forma di disegno, che riguardano il futuro. I lavori vengono poi sepolti in una capsula, destinati ai frequentatori della stessa classe 50 anni dopo. Lo strano disegno della piccola Lucinda (in realtà una serie di cifre apparentemente senza senso), saranno consegnati a Caleb, bambino introverso e taciturno che vive col solo padre John Koestler (Nicholas Cage). Quasi per caso (qui la messa in scena rasenta il ridicolo: una macchia del bicchiere cerchia le cifre 09112001), si viene a scoprire che Lucinda è una veggente e le sue sono profezie sui più grossi disastri della storia dell’umanità. L’ultimo dei disastri, pare, dovrebbe riguardare la fine del mondo. Fino a qui la prima parte della storia: avvincente, cupa, ricca di tensione e decisamene interessante. Da qui in poi, però, una deriva sconcertante e penosa, con un finale che prova a dirci qualcosa, ma la maggior parte degli spettatori si sono addormentati o nella migliore ipotesi hanno cambiato canale. Dal thriller ad altissima tensione (grande colonna sonora, con la sinfonia n. 7 di Beethoven come accompagnamento alle scene migliori), il film si tramuta in uno sgangherato fantasy che ha una conclusione che lascia l’amaro in bocca. La storia nasce da un’idea molto accattivante, ma si sviluppa e si conclude in maniera del tutto insoddisfacente. Personalmente un flop (strano per Cage, che solitamente non sbaglia mai un film!).

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