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Oltre le regole. The Messenger

Regia di Oren Moverman vedi scheda film

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La recensione su Oltre le regole. The Messenger

di FilmTv Rivista
8 stelle

«Andiamo solo a notificare, non a fare le veci di Dio». Il Capitano Tony Stone (un ottimo Woody Harrelson, nominato per questa parte agli Oscar) è laconico: il Sergente Will Montgomery (Ben Foster), reduce da una lunga degenza dopo essere saltato sopra una mina in Iraq, deve ubbidire agli ordini del Colonelllo Stuart Dorsett (un cameo di Eamonn Walker) e rassegnarsi a lavorare per lui al reparto Notificazione Vittime. Stone è un tipo tosto: «So cosa stai pensando» gli dice a muso duro al primo incontro. «Stai pensando: che cazzo, sono un fottuto eroe di guerra, decorato, a tre mesi dal congedo e mi sbattono nella squadra degli Angeli della Morte; ho un cercapersone, un discorso precotto e un ufficiale pazzo con cui fare surf in un cazzo di Oceano del Dolore». «Più o meno» risponde Will. E infatti. Portare il dolore nelle case dei congiunti non è un gioco da ragazzi. «Lo faccio io» afferma sicuro Will alla seconda notifica. E Stone: «Ok. Allora infila la mano nei pantaloni, afferra una manciata di palle e fallo come si deve». L’esordio nel lungometraggio di Oren Moverman si basa su una sceneggiatura di ferro (anch’essa candidata agli Oscar e scritta dal regista assieme all’italiano Alessandro Camon) condita da dialoghi perfetti (gli autori del nostro cinema dovrebbero studiarli a lungo), da una regia sobria che fa della sottrazione il suo valore aggiunto e da un parco attori di solida scuola, dove - oltre a Harrelson - si distingue Samantha Morton, fresca vedova di guerra. Nessuna voce fuori campo, perché da quelle parti la narrazione scorre fluida, le ellissi sono puntuali, le dissolvenze mai inopportune e gli sguardi più feroci di una sottolineatura. Se qualche spettatore è ancora scosso dall’incipit di Salvate il soldato Ryan di Spielberg e da Giardini di pietra di Francis Coppola, sappia che questo è il suo film. Dove, tra gli amabili resti, si scorge un ritratto ferito di un’America in cerca d’identità.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 15 del 2010

Autore: Aldo Fittante

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