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Avatar

Regia di James Cameron vedi scheda film

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La recensione su Avatar

di ROTOTOM
6 stelle

C’è una scena davvero impressionante per coraggio e realizzazione in Avatar: Sigourney Weaver fuma. Nei blockbuster di solito quello che fuma è il cattivo e muore male, un product placement di comunicazione sociale che mira alle generazioni in erba dicendo vedete? a fumare si diventa cattivi e si muore. Così i giovani che del cattivo ne subiscono il fascino maledetto non solo fumano ma passano a cose più pesanti tipo il sesso di gruppo. Sto divagando. Solo nei film indipendenti, quelli con i personaggi che hanno i maglioni grossi con le maniche lunghe a coprire le mani, una cuffia di lana di lama  original intillimani e bevono il vino parlando tanto tanto cioè scusa e hanno le crisette isteriche e incasinatissimi rapporti sessuali di gruppo, solo in quei film chi fuma è il buono, di solito l’antagonista è perfettino e marcio dentro. Divago ancora. Sarà il 3D.  Sarà il 3D che mi ha stirato i Puffi fino a farli diventare oblunghi.
Avatar invece offre questo straordinario ribaltamento di campo, con quella fermezza autoriale che stratifica la storia in un’epica reazionaria che dice NO! Lei fuma ed è buona. Muore lo stesso vabbè, ma bene. Per la scena della sigaretta pare che Cameron abbia speso 50 milioni di dollari.
Anselma dall’Olio ha definito Avatar il film preferito di Al Qaeda. La risposta di Al Qaeda non si è fatta attendere, un kamikaze debitamente addestrato si è fatto esplodere nello studio di Cinematografo al grido di Kim ki Duk Akbar!  smentendo di fatto la quotata critica e anticipando di qualche anno la dipartita di una manciata di critici ottuagenari e rincitrulliti ospiti di Marzullo.
Con gli occhialini 3D sembro gagliardo come Clark Kent, dopo un’ora con gli occhialini 3D sembro Fabrizio Frizzi in bretelle, dopo due ore in 3D assumo la smorfia scomposta di Amy Winehouse con la scimmia, alla fine ho perso almeno due dei tre D e sfoggio il sorriso ebete con l’unico D rimasto: quello del Deficiente.
Divago ancora. C’è il militare ricalcato sulle pupazzose fattezze degli stereotipi conclamati nell’immaginario collettivo di Small Soldiers di Joe Dante. Tutto muscoli e virile armamentario a corollario. Poche battute riciclate dal manuale del militare al cinema che non superano il mezzo D di profondità. Un po’ Terminator, un po’ Rambo, un po’ il Marv di Sin City, quello pieno di cerotti interpretato da Mickey Rourke. Uno che è stato fatto Colonnello come solo nel cinema americano riescono a fare colonnelli dei frigoriferi spenti in quanto a capacità cognitiva.
C’è anche la storia d’amore tra il bel terrestre e la bella indigena. Pochaontas, agile e leggera ma forte e coraggiosa. E’ una Na’vi, ed è la figlia del Capo Na’vi. Va’ che culo. C’è un postulato hollywoodiano che dice più o meno così paracadutando un qualsiasi soldato terrestre in un luogo impervio a caso sulla terra o pianeta alieno,  che sia un  Centro Commerciale il sabato pomeriggio con gli sconti da Mediaworld o il centro dell’Amazzonia, o una luna di Giove,  egli incontrerà sempre  per prima la figlia del Capo. E la tromberà.  Perché le zone impervie casuali hanno tutte un Capo. Che ha una figlia. Bbona. Avevo un commilitone parà che a causa di una folata di vento fu sbalzato sul tetto di un condominio/ alveare nel quartiere Laurentino, Roma. Beh, non ci crederete ha sposato Samantha, la figlia del capo condominio, tal Raniro “er lametta” Cicolecchia, ex pregiudicato. Divago. Questo 3D agita anche me.
Solo che nei film blockbuster quando trombi la figlia del capo, quello è per sempre. Peggio di un mutuo.
Io ti vedo, lui dice. Io ti vedo, lei dice. Noi tutti in sala abbiamo coniugato ad alta voce in lingua Na’vi tutto il verbo vedere.  E’ stato bello. E’ stato 3D.
Il film non ha fatto la pausa tra il primo e il secondo tempo. Strano. Eppure Cameron pare abbia speso almeno 30 milioni di dollari per interrompere le riprese e fare l’intervallo ad uso plin plin e riallineamento globi oculari. Soldi buttati.
Ciò che è bello di Avatar è questo messaggio New Age, che riconcilia con i massacri degli Indiani d’America, l’inquinamento, l’aggressione militare incondizionata, l’appropriarsi di risorse altrui, lo sterminio, la guerra preventiva, l’aggressione a scopo difensivo. Tutte nefandezze risolte con un film che dice sisisi è vero in fondo in fondo noi siamo i cattivi e voi i buoni e vi abbiamo fatto tanto male. E’ come se ti ammazzassi la mamma e poi ti facessi vedere Bambi.
 La cultura Na’vi è superiore alla nostra perché essi – pardon-loro, sono on line con la natura, si connettono e scambiano dati. E hanno scaricato dalla natura una meravigliosa canzone finto etnica, di quelle coi cori da lontano e i suoni dei tamburi che fa tanto peruviani vestiti da pellerossa a Natale in Piazza del Monte. Cameron ha speso 25 milioni di dollari per avere quella canzone sui titoli di coda. Ma come cacchio spende i soldi James Cameron ? Pare che abbia speso 40 milioni di dollari per girare il filmino della prima comunione di suo nipote James James Cameron Jr. La scena con il prete con il Mobile Suite che combatte contro l’orda dei chierichetti alieni è da antologia. Acc. divago ancora. Non riesco a concentrarmi con tutte queste esplosioni. E con le tette di Michelle Rodriguez che premono da sotto la canotta tamarra. Cameron ha speso 10 milioni di dollari a tetta per Michelle Rodriguez. Il fatto che solo a pronunciare miscelrodrighez mi diventa duro e mi viene di sparare con il fucile ad aria compressa ai piccioni e declamare Osteria numero 20 coi rutti.  
Chissà perché.
Finisce bene, Avatar. Finisce in gloria con l’albero della vita che fa copia/incolla dello spirito di Sully Marine su Avatar Na’vi. Senza dover riavviare il sistema. Sarà un Mac.
Il tutto dopo un’ora e un quarto di battaglia tra indigeni che con le frecce abbattono le fortezze volanti umane. Ma con l’aiuto di pfrok volanti. E da terra i temibili kramght, e i feroci m’outyhtg ma senza scordarci le scorribande dei rt’okjhahh…. Hanno vinto perché gli umani proprio non capivano contro cosa cazzo stessero combattendo. Cameron ha pagato 50 miliardi di dollari a quello che ha dato i nomi agli esseri di Pandora. Soprattutto per aver camuffato il petrolio da bibubaqualcosantalium combustibile per il motore di questo film.
Ci sarà un seguito. Avatar 2: i Puffi contro Mazinga.
 

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