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Questione di cuore

Regia di Francesca Archibugi vedi scheda film

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La recensione su Questione di cuore

di FilmTv Rivista
8 stelle

«Io sono neorealista». «Pensavo stronzo». Due pensieri, due mondi. Antonio Albanese e Kim Rossi Stuart. Alberto, sceneggiatore “costretto” a vivere nel centro di Roma per lavoro. E Angelo, carrozziere con la fissa delle auto d’epoca, abitante con l’adorata moglie (Micaela Ramazzotti) e i figli in una di quelle periferie della Capitale che non sai bene se inesorabilmente degradate o ridimensionate in piccoli angoli di un paradiso urbano dove la gente si conosce e ancora si saluta. A unire i destini lontani e antitetici dei due ci si mette il cuore, sede dell’organo muscolare cavo a forma di cono situato nella parte mediana della cavità toracica, con l’apice rivolto a sinistra, centro motore dell’apparato circolatorio, ma sede anche (soprattutto?) degli affetti, dei sentimenti e delle emozioni, che nella stessa notte comincia a fare i capricci, a non funzionare più come dovrebbe. Notte inquieta, vissuta da Alberto come molte altre, a guardare un pazzo che spara agli uccelli. E da Angelo come un’attesa di un qualcosa che ha sempre saputo un giorno accadesse. Si ritrovano nell’unità coronarica uno a fianco all’altro, spaventati subito terrorizzati dopo, quando una vecchia muore, a pochi passi dai loro letti. Nasce un’amicizia speciale, una complicità insperata. E una nuova vita, un nuovo mondo riposizionato sulle piccole grandi cose di una quotidianità dimenticata. «Professione?». «Sceneggiatore». «Libero professionista?». «Ma che libero, scrivo per altri». Le curiosità di un uomo che ha ereditato dal padre caratteristiche genetiche che non promettono niente di buono entrano dolcemente nella sfera confusa e ironica di un altro uomo che inventa storie, di un cinema italiano in attesa di una rinnovata speranza (esilarante la scena nell’ospedale con Verdone, Sorrentino, Luchetti e Virzì - nei panni di se stessi - in visita al loro amico: la storia è tratta dall’omonimo romanzo di Umberto Contarello, autore di numerosi copioni, tra i quali La stella che non c’è, Vesna va veloce... ). Alla fine qualcuno potrebbe avere il sospetto si sia trattato di un sogno, di una delle tante storie di Alberto. Ma non importa molto. Importa, invece, che Francesca Archibugi abbia finalmente realizzato il suo capolavoro. Un film quasi perfetto, interpretato benissimo, e abitato da quell’altra cosa che custodisce il cuore. L’amore.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 15 del 2009

Autore: Aldo Fittante

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