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La verità è che non gli piaci abbastanza

Regia di Ken Kwapis vedi scheda film

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La recensione su La verità è che non gli piaci abbastanza

di Baliverna
5 stelle

Una girandola di avventure sentimentali, dal mordi e fuggi al coniugale, in un film dalle buone potenzialità, che non mantiene però tutte le premesse.

È una commedia sentimentale, con più ambizioni che risultati, ma non è tutto da buttare.

Alcune disquisizioni sul modo delle donne di inferire sulle intenzioni e i sentimenti degli uomini sono interessanti e indovinate. Nel film si vede più volte la discrepanza tra come le ragazze giudicano il comportamento maschile, facendo ingannevoli deduzioni e “pippe mentali”, e come veramente sono i sentimenti degli uomini. “Se non ti cercano, non hanno voglia di stare con te”dice il barista alla ragazza. Tutto qua.

L'inizio della pellicola, dove si espongono siffatte riflessioni, illude tuttavia un po' lo spettatore. Col procedere della trama, infatti, si iniziano a vedere segni di stanchezza e incertezza nella conduzione da parte della regista. Ci si ritrova, cioè, con un magma di personaggi e storielle che perdono di consistenza e di significato. Oltre a ciò, il finale è troppo cerebrale e opportunamente “bilanciato” per suonare realistico e plausibile.

Tuttavia, alcuni momenti buoni li riserva anche la relazione adulterina del marito con il personaggio di Scarlett Johanson, con annesse scenate di gelosia da parte della moglie e dell'amante. La moglie, tra l'altro, è interpretata da Jennifer Conelly, che io ricordo molto bene adolescente in “Phenomena”, di Dario Argento. In questa pellicola è molto cambiata, e la si riconosce praticamente solo dalla bocca e dalle sopracciglia.

In generale, devo dire che il cast è azzeccato. Cos'è che non funziona, dunque? La sceneggiatura, alla quale, come accennavo, sfugge il controllo sulla narrazione e si perde in troppi rivoli inconcludenti. E la ricerca di un finale equilibrato e a tavolino non aiuta la resa finale.

Che volete, per questo genere di storie ci voleva Rohmer.

P.S. Stranemente, il titolo è azzaccato e tradotto bene.

 

 

 

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