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Still Walking

Regia di Hirokazu Koreeda vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Still Walking

di AndreaVenuti
9 stelle

Still Walking è un film giapponese del 2008, scritto e diretto da Hirozaku Kore-ede.

 

Sinossi: Come ogni anno il signore e la signora Yokoyama invitano a casa propria i loro due figli con le relative famiglie per commemorare l'anniversario di Jumpei, il figlio maggiore morto annegato quindici anni prima.

L'incontro risulterà determinante e finalmente si potranno affrontare vecchie problematiche e risentimenti mai risolti.

Sesto lungometraggio dell'autore nipponico è forse fino a quel momento il film più maturo e completo della sua filmografia; opera intensa di tematiche care al regista, dall'importanza della memoria all'elaborazione del lutto.

Still Walking, almeno secondo il regista, è un film assolutamente necessario in quanto nasce in primis dalla volontà di dedicare l'opera alla propria madre ed in secondo luogo come tentativo di catarsi per non aver trascroso il giusto tempo con i genitori, morti poco tempo prima dell'uscita dell'opera.

 

Still Walking ruota intorno al classico tema giapponese della riunione familiare, ponendosi come una sorta di aggiornamento dello Shoshimingeki; genere che ha dato estremo lustro al cinema nipponico grazie ad autori dal calibro di Yasujiro Ozu e Mikio Naruse, due veri e propri maestri del nostro Kore-eda come lo confermano lo stile elegante e geometrico con la macchina da presa quasi sempre fissa (Ozu) oppure l'animo tormentato dei suoi protagonisti (Naruse).

Kirin Kiki, Hiroshi Abe, Shohei Tanaka, Yui Natsukawa, Kazuya Takahashi, Ryôga Hayashi, Hotaru Nomoto, Yoshio Harada

Still Walking (2008): Kirin Kiki, Hiroshi Abe, Shohei Tanaka, Yui Natsukawa, Kazuya Takahashi, Ryôga Hayashi, Hotaru Nomoto, Yoshio Harada

Kore-eda ormai è sicuramente uno dei massimi registi in grado di indagare l'animo umano, senza ricorrere a mezzi cinematografici complessi o intrecci articolati.

Lui è un vero maestro nel proporre un'analisi voyeuristica dei rapporti umani, specilamente quando si parla di dinamiche familiari, utilizzando uno stile sobrio quasi impercettibile.

La macchina da presa si pone come entità invisibile che sembra spiare non degli attori professionisti ma dei semplici cittadini riuiniti in famiglia a discutere di situazioni più o meno importanti, dal lavoro fino ad arrivare al confronto diretto in riferimento ad eventi passati tragici e burrascosi.

 

Lo stile è si sobrio ed elegante ma guardando il film con la giusta calma, capiremo come tutto sia calcolato al millimetro con lo scopo di comunicarci sensazioni ben precise.

Durante il film Kore-eda utilizzerà molte volte la macchina da presa fissa ad altezza tatami posizionandola sempre in angoli precisi della casa, sfruttando al massimo diversi codici cinematografici dalla profondità di campo (quando l'anziano Kyohei ritorna a casa dall consueta passeggiata e si toglie le scarpe) fino ai campi d'insieme con tutti i personaggi seduti tranne Kyohei, inquadrato in piedi dal basso verso l'alto evidenziando dunque il suo status di burbero capofamiglia.

 

Magnifici anche i campi totali del quartiere periferico dove vivono gli anziani genitori; una zona tranquilla lontana dai sontuosi grattacieli e dal caos della metropoli. Significativi anche i pochi primi piani, in grado di scrutare i sentimenti ed i pensieri del cuore dei soggetti in scena.

 

La macchina da presa dunque è quasi sempre fissa, tuttavia in alcuni brevi frangenti Kore-eda ricorrerà a soluzioni formali differenti; pensiamo alla lenta carrellata orizzontale durante la visita di Ryota al cimitero per onorare la tomba del fratello, qui il regista sembra quasi abbracciare simbolicamente i soggetti in scena.

Particolare anche il finale con una carrellata verticale dal basso verso l'alto che termina con una panoramica del quartiere residenziale, sequenza malinconica se legata al pre-finale nonostante un accompagnamento sonoro delicato.

Yui Natsukawa, Shohei Tanaka, Kirin Kiki, Hiroshi Abe

Still Walking (2008): Yui Natsukawa, Shohei Tanaka, Kirin Kiki, Hiroshi Abe

La riunione familiare è ovviamente anche l'occasione giusta idonea ad affrontare, con fatica, problemi mai del tutto risolti.

Ryota (Hiroshi Abe) è il secondogenito ed è sicuramente il soggetto più problematico poichè viene visto come una specie di pecora nera: l'uomo oltre ad essersi risposato con una vedova con un bambino, ha abbandonato le orme del padre (medico).

Ryota subito dopo la scomparsa del fratello maggiore (definito dal padre, durante un duro scontro con il figlio minore, il vero erede) non è mai riuscito a colmare un vuoto enorme come quello della scomparsa di un figlio, anzi i continui paragoni lo irritano e lo affligono.

Inizialmente persino ricordare (tematica cardine nel cinema di Kore-eda) momenti del passato risultano atti troppo dolorosi, tuttavia con il passare dei minuti alcuni vecchi ricordi riaffioreranno quasi magicamente donandogli un leggero senso di pace. 

Hiroshi Abe

Still Walking (2008): Hiroshi Abe

Un altro personaggio chiave è la signora Toshiko Yokohama (Kirin Kiki); Toshiko fin dalla prime battute rievoca la tipica signora giapponese dedita alla famiglia ma in realtà presenta dei turbamenti molto complessi dovuti non soltanto alla perdita del figlio (dolore ovviamente incalcolabile) e mi riferisco ad una relazione extraconiugale del marito.

Ecco che troviamo una tematica secondaria quasi sempre presente nel cinema di Kooreda, ossia le relazione sentimentali; durate una fugace ma toccante scena, Toshiko si rivolge in maniera diretta al marito confessandogli di avere subito scoperto la relazione ma il silenzio del coniuge le ha causato ulteriore sofferenza. Interessante notare come tale tema sia stato inserito dall'autore servendosi di una nota canzone giapponese, Blue Light Yokohama, del 1968 di Ayumi Ishida.

 

Doveroso evidenziare pure il metodo malsano trovato dall'anziana donna per provare ad arginare il dolore causato dalla perdita di un figlio, ossia invitare ogni anno la persona direttamente legata alla morte del suo amato ragazzo ed incolparla velatamente della tragica scomparsa, ovviamente il malcapitato è in una situazone di profondo disagio ma non può rifiutare l'invito.

Altri due personaggi notevoli sono il figlio della seconda moglie di Ryota, un bambino molto maturo (costante nel cinema di kore-eda) il quale ha dovuto affrontare il trauma della perdita del padre.

Infine impossibile non citare il burbero Kyohei; bellissima la scena in riva al mare con padre e figlio che finalmente riescono a comunicare in armonia. Il mare è un luogo emblematico nella filmografia di Kore-eda, spazio idillliaco in grado di conciliare cuore ed anima.

Hiroshi Abe, Hirokazu Koreeda

Still Walking (2008): Hiroshi Abe, Hirokazu Koreeda

Chiuso il capitolo personaggi, un altro elemento determinate è il cibo; vero e proprio motore propulsore del dialogo e già lo intuiamo dalle prime battute del film. Sarà proprio intorno al tavolo che verranno svelati "antichi" traumi e malesseri del passato.

Da un punto di vista tecnico molto belli i dettagli che Kore-eda realizza in riferimento a tale tema; potrà sembrare strano ma rimarrete allettati e sedotti nel vedere insaporire una verdura oppure friggere del mais.

Forse uno dei suoi massimi capolavori per eleganza e sobrietà, da vedere assolutamente.

 

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