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Gran Torino

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Gran Torino

di Paul Hackett
8 stelle

Un gran bel film, anche se, a giudicare dai tanti iperbolici giudizi che leggo su FilmTv.it,  francamente un po' sopravvalutato. Del resto ormai i film di Clint Eastwood assumono già la statura di classici prima ancora di arrivare al cinema e i motivi sono evidenti, a cominciare dall'immenso carisma di un protagonista che, già da solo, basta a riempire lo schermo. "Gran Torino" inizia in maniera tragica e appassionante, mettendo in scena una vecchiaia orgogliosa, drammatica e irriducibile rispetto alle lusinghe della modernità e alle mollezze di una gioventù sprecata (ancora più che bruciata). Poi, purtroppo, la vicenda tende a banalizzarsi in un celebrazione, a tratti toccante a tratti fin troppo facile, di un'amicizia interrazziale che evoca il rapporto padre-figlio che era già stato la sostanza dello splendido e dolente "Million Dollar Baby". E' proprio la fase centrale quella più deludente, con snodi narrativi troppo semplicistici per essere davvero credibili. Per fortuna, poi, quando la sceneggiatura sembra indirizzarsi verso il più banale dei vendetta-movie, il film di Clint Eastwood si riscatta con un finale toccante, bellissimo ed inaspettato che, come per il già citato "Million Dollar Baby", si apre a dilemmi di natura morale e religiosa. Quattro stelle.

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