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The Millionaire

Regia di Danny Boyle vedi scheda film

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La recensione su The Millionaire

di Lina
6 stelle

Film atipico, in bilico tra dramma e commedia e tra paradiso e inferno che riesce sì a coinvolgere, ma anche a sconvolgere per l'ambigua confezione che avvolge tenendo insieme elementi molto contrastanti tra loro: dalla leggerezza dei momenti dedicati al gioco del milionario e della storia d'amore un po' inverosimile tra i protagonisti (possibile che durante il corso della loro vita si siano sempre potuti incontrare per caso, ma sempre al momento giusto?) alla cruenta visione di quei momenti dediti invece ad illustrare la parte buia dell'India, non quella turistica, non quella da cartolina, ma quella delle baraccopoli in cui regna sovrana la povertà, la corruzione, la solitudine e lo sfruttamento dei bambini da parte di alcuni avvoltoi dell'industria dell'elemosina.

 

All'inizio, nonostante un ritmo incostante a causa di una narrazione spezzettata che s'alterna tra ambientazioni Jerry Scottiane ed ambientazioni bollywoodiane melodrammatiche, le premesse lasciavano presagire che la storia davvero assai tragica dei "tre moschettieri", Jamal, Salim e Latika, avrebbe preso una piega assai diversa e più gravosa di quella che poi gradualmente invece rivela. Ma forse il pregio più efficace del film è proprio quello di riuscire a mantenere nella trama un buon equilibrio tra elementi e tematiche opposte come crudeltà e dolcezza, favola e dramma, eroismo ed antieroismo, povertà e poi ricchezza, tutto in un background di atmosfere sud-est asiatiche ora antichissime, ora postmoderne. Un film ibrido insomma che sa distinguersi dagli altri per lo stile con il quale illustra i suoi contenuti e che non lascia indifferenti, anche se a dire il vero qualche caduta di stile non manca... ad esempio lo spiazzante cambiamento a sorpresa di Salim si digerisce con fatica, ma soprattutto la scena finale del suo suicidio nella vasca da bagno che riempe di denaro dicendo "Dio è grande" è veramente grottesca...

 

Per il resto non c’è male. La messa in scena è accattivante e coinvolgente; le scenografie di grande effetto; la fotografia cupa in certi momenti e vitalica in altri, ma sempre appropriata; la sceneggiatura fresca ma anche un po’ furbetta; la regia un po' eccessiva e “strafante” forse, ma lodevolmente attenta a curare i dettagli e a coordinare con stile e classe soprattutto musiche ed immagini che sembrano fondersi con una certa magia tra loro ed ovviamente si rivela irresistibile, impeccabile e trascinante la colonna sonora - anche se verso i titoli di coda, grazie allo show finale, sembrava davvero di essere finiti del tutto a Bollywood...

 

Infine, una grande pecca consiste nel fatto che anche se tra i protagonisti si percepisce una buona chimica, i livelli di recitazione non sono veramente alti e purtroppo il personaggio di Jamal è decisamente troppo monoespressivo per funzionare del tutto nel contesto generale di quella che alla fine è una favola d'amore mediatica carina, però pure un po' sopravvalutata, che a casa di Oscar se n'è portati addirittura otto...

 

Danny Boyle

 

Ha stile.

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