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Lolita

Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film

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La recensione su Lolita

di AlbertoBellini
10 stelle

 

Il professor Humbert si trasferisce a Ramsdale e affitta una stanza nella casa di una vedova, Charlotte Hage. La donna, interessata a Humbert, lo fa oggetto di un costante corteggiamento che farebbe scappare via il professore al più presto se non si fosse invaghito di Lolita, la figlia adolescente della sua padrona di casa.

 

"A nessun uomo può riuscire un delitto perfetto, solo il caso può farcela."

 

Ebbene si. Tutte le strade portano a Stanley Kubrick e alla fine anche il sottoscritto ci è arrivato, seppur con qualche difficoltà "tecnica". C'è però ancora un problema, il più grande di tutti: nel 2015, ha veramente senso parlare di opere scritte e dirette da quello che è senza dubbio l'Autore (con la A maiuscola e sottolineata diverse volte) più importante che il cinema abbia avuto la fortuna di possedere? Pietre miliari d'arte che "incarnano" la perfezione assoluta? Non credo proprio, ormai tutto quello che si poteva (e si doveva) dire al riguardo è stato detto, milioni e milioni di volte. Ma è inutile, Kubrick è riuscito e riuscirà sempre ad instaurare la voglia di cinema (in particolare, del proprio cinema) in un qualsiasi essere vivente. Tutto quello che leggerete di seguito saranno dei semplici pareri personali, non di un critico, ma di un adolescente che ama la settima arte. Dopo questa inutile "introduzione" cominciamo con quella che ritengo non solo la mia pellicola preferita, diretta da Kubrick, ma anche l'opera da cui è nata la filosofia (artistica e spirituale) "Kubrickiana", 'Lolita', tratto dall'omonimo romanzo di Vladimir Vladimirovic Nabokov. Se c'è un qualcosa con cui il regista statunitense ha sempre riconfermato il proprio soprannome di Maestro, quella caratteristica non può essere altro se non i personaggi: menti malate e incontrollabili, disonesti ed egoisti, insensibili ed arroganti, questi sono solo alcuni aggettivi negativi che potremmo assegnare ai protagonisti "Kubrickiani", antieroi che, a cominciare dal 1962 (in parte anche prima), sino al termine del ventesimo secolo, hanno imbracciato le redini di una filmografia complessa e pressoché impossibile da giudicare negativamente. In 'Lolita' facciamo la conoscenza di Humbert Humbert, professore europeo trasferitosi negli Stati Uniti per motivi di lavoro. Una nuova dimora viene offertagli da Charlotte Haze, Humbert non è palesemente interessato alla proposta, ma qualcosa o meglio, qualcuno, gli farà cambiare non solo idea, ma persino la sua stessa vita. ["Qual è stato il fattore decisivo, il mio giardino?"] chiederà Charlotte, sorpresa ma felice di accogliere il professore; ["Credo sia stata la vostra torta alla ciliegia"] è la risposta di Hubert. In realtà, tal "torta alla ciliegia" è Lolita, la giovane figlia di Charlotte. Con quel rapido ma intenso sguardo, tutto cambierà, i rapporti tra ogni personaggio sfoceranno in un oceano di gelosia, ossessione e malvagità. Fin da subito sorge spontanea una domanda: Perchè tutto questo? Per quale motivo Hubert si spingerà fin oltre il limite, compiendo gesta che lasceranno stordito (in parte) lo spettatore? La risposta sembra banale, ma di fatto non lo è. L'intera pellicola ruota intorno alla sensualità e alle provocazioni di Lolita, che non si lascerà di certo conquistare facilmente. La perversione dominerà non solo la mente del professor Hubert, ma anche quella dello stesso spettatore, che si ritroverà più volte in "difficoltà" (niente paura, questo era proprio l'obbiettivo principale del buon vecchio Stanley). Potremmo quindi considerare il lato erotico di Lolita come la chiave di tutta la vicenda ma, come ho già detto poco fa, la risposta non è banale. Intuiamo facilmente, nonostante non ci venga mai mostrato il suo passato, che Hubert non è, di natura, un uomo dal carattere invidiabile, come invece appare (inizialmente) agli occhi di Charlotte. L'erotismo non è stato altro che una piccola grande goccia che ha fatto traboccare un immenso vaso di malvagità umana, un "vaso" che si spingerà ben oltre il semplice amore e sesso. La cosa che più inquieta di tutta la vicenda è la vicenda stessa: tutto ciò che abbiamo visto, tutto ciò con cui ci siamo sorpresi e indignati, sono in realtà gesta facilmente fattibili da ognuno di noi. Un Hubert stravolto darà inizio e termine all'opera, un "duello" di malinconia in cui, finalmente, il disperato professore si renderà conto delle proprie azioni. Un altra "caratteristica" che ha sempre contraddistinto Kubrick da un qualsiasi altro regista sono gli attori; Ognuno di esso, in tutta la propria carriera, raramente è riuscito ad auto-superarsi, in quanto le recitazioni hanno sempre raggiunto il limite massimo del termine "attore". Le interpretazioni più memorabili sono sicuramente quelle di James Mason (Professor Hubert), Shelley Winters (Charlotte Haze), del camaleontico Peter Sellers (Clare Quilty) ed, ovviamente, di Sue Lyon (Lolita), nel cosiddetto ruolo della vita, che l'ha resa una vera e propria icona cinematografica mondiale. Ancora non è presente la famosa regia "Kubrickiana", composta di sola perfezione simmetrica e millimetrica, ennesimo "particolare" che ha portato Kubrick oltre il "normale" livello di bravura. Nonostante questo ci troviamo di fronte ad una più che ottima regia (come se ci fosse mai stato il dubbio) e ad un ipnotico bianco e nero.

Capolavoro di profondità e complessità, 'Lolita' rappresenta il taglio netto definitivo alla carriera cinematografica intrapresa da Stanley Kubrick, iniziata con 'Paura e Desiderio' e conclusasi con 'Spartacus'; La fine del regista e l'inizio del Maestro.

 

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