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I Love Shopping

Regia di P.J. Hogan vedi scheda film

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La recensione su I Love Shopping

di PompiereFI
6 stelle

Isla Fisher, nei panni vistosi e brillanti di Rebecca “Becky” Bloomwood, fa la scema bevuta e grida senza sosta come una cretina: la sua interpretazione pare influenzata dal compagno Sacha Baron Coen e risulta inefficace per lunghi tratti. John Goodman e Joan Cusack, nel ruolo dei genitori della protagonista, sono quasi simpatici rispettivamente come padre buonista e madre chioccia di buon cuore. Ci sono anche John Lithgow e Kristin Scott Thomas: alcuni di questi validi attori sono dissipati come le carte di credito di Rebecca, altri poco più interessanti perché almeno ci mettono il mestiere.


Ci si chiede quanto del film abbia veramente valore, soprattutto alla luce di un confronto col romanzo dal quale è tratto. A questo proposito risultano tagliati tutta la parte di Londra (dove la protagonista “nasce” e vive secondo certi usi e costumi) e gli approfondimenti psicologici familiari, lavorativi, amicali. Si preferisce saltare direttamente a New York (con parentesi a Miami) e soffermarsi con fastidiosi ralenti sui sorrisi un po’ svaniti della protagonista.

Il delizioso personaggio creato da Sophie Kinsella si riduce a una macchietta piuttosto superficiale, si perdono tutte le sfumature dedicate abilmente alle auto giustificazioni che la protagonista del libro si riconosce ogniqualvolta si lascia andare alle lussuose compere e non si avverte il cuore dell’interprete battere per davvero di fronte a cartelli che riportano la scritta “ridotto del 50%”. “I love shopping” è una pellicola che racchiude due libri al costo di uno, e questo è l’unico risparmio che si offre allo spettatore che ne ignora la provenienza letteraria. 

L’amica Suze è un ghiribizzo insignificante appoggiato al film come una cornice portafoto su una mensola: oltretutto somiglia fisicamente ad Anne Hathaway, così come le atmosfere, gli ambienti, gli accenti e tanti risvolti risultano debitori de “Il diavolo veste Prada”. I due film hanno in comune perfino la costumista, la temeraria Patricia Field. “I love shopping” mantiene una sua vena frizzante, vivace, stimolante senza tuttavia avere tagli originali e adagiandosi su scontatezze romantiche, trionfalismi della più bieca mediocrità e sull’ignoranza e l’avventatezza della scrittura.

La “shopaholic” dalla sciarpa verde, unico elemento reso emozionale, mantiene il film mediamente divertente mentre il regista P.J. Hogan (quello de “Le nozze di Muriel”) dirige con una certa verve e cerca di rimettere in pista una sceneggiatura un po’ annebbiata con alcune soluzioni apprezzabili (come la pensata onirica di far muovere e parlare i manichini che allettano l’infaticabile Becky). Lady Gaga e Pussycat Dolls si infilano in una colonna sonora all’avanguardia incorporata al film come le uova coi dolci e rimangono soltanto dei brani non identificabili, rintronanti e del tutto inappropriati.

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