Regia di Jerry Calà vedi scheda film
Cosa non farebbe Jerry Calà pur di infilare la lingua in bocca a una pornodiva navigata? Jerrone nostro convoca la Henger, le affida una particina in un improbabile sequel di un film di un quarto di secolo prima, poi studia tutta una trama di fesserie, banalità e condisce con battutine volgari e orrende, per insinuare sul più bello la fatidica scena in cui deve limonare con la famigerata star del porno. O almeno ci conviene credere questo, se non vogliamo doverci arrendere al fatto che un comico fallito sulla sessantina, brutto, grasso e calvo, si voglia davvero rendere persino più ridicolo di quanto è già (ed è sempre stato, purtroppo per noi ancor più che per lui) riproponendo le sue gag infantili in un film che riprende il filo di un lavoro di 25 anni fa. Insomma, per farla breve: se Vado a vivere da solo era brutto, questo Torno a vivere da solo fa vomitare. Paolo Villaggio si inguaia partecipando alla nefasta operazione. Tutto è cartonato, televisivo, recitato da cani malati (Calà è il capobranco, inutile a dirlo). Scempio di cento minuti delle nostre vite.
Un uomo di mezza età divorzia dalla moglie e va a vivere nella vecchia mansarda in cui abitò da ragazzo. Ma il rimorso per i figli (adolescenti) e la mancanza della moglie pesano più di quanto la rinnovata libertà lo ecciti.
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