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Lo scoiattolo

Regia di Ernst Lubitsch vedi scheda film

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La recensione su Lo scoiattolo

di mahleriano
8 stelle

Chi l'ha detto che il formato dei film d'epoca è quattro terzi? Sicuramente questa regola non vale per questo! Un film fantasioso nel senso letterale del termine, in cui poche parti sono state girate lasciando il formato originario, e la maggior parte sono state invece filtrate con le forme più variegate! Cerchi, ellissi, rettangoli, a nuvola, ad arco, a strisce, diagonali, merlettate, seghettate... e sarebbe lungo elencarle tutte! In questo modo ogni inquadratura assume un significato supplementare sottolineato dalla forma! Già questo, considerando che il film è del 1921, basterebbe per mostrare di quale fantasia fosse provvisto Lubitsch, qui alla sua quinta regia ancora in ambito tedesco, prima del definitivo trasferimento negli Stati Uniti! Di film muto si tratta, dunque, e proprio come descritto nel moderno The artist, l'allora famosa attrice Pola Negri verrà presto dimenticata dopo l'avvento del sonoro. Un film beffardo nella descrizione di un esercito ridicolo e assolutamente privo di rigore, alloggiato in un forte dall'architettura melliflua e altrettanto ridicola, piena di statue di soldati nelle pose ancor più ridicole, che si scontrerà con una banda di briganti sulle montagne innevate. La prima guerra mondiale era finita da tre anni e probabilmente il regista, già portato di suo a una critica feroce e pungente verso convenzioni e ambienti militari (Vogliamo vivere! un autentico capolavoro del '42, in piena seconda guerra mondiale, ne è senza ombra di dubbio l'emblema più alto), volle mettere alla berlina questo aspetto, forse parzialmente anche eccedendo, con combattimenti che ricorrono fino alle pallate di neve! A tutto ciò si somma una storia d'amore purtroppo impossibile fra i due personaggi principali. Da una parte il tenente farfallone inviato al forte in punizione proprio per il suo atteggiamento (mitica la scena in cui centinaia di donne disperate lo salutano piangenti e altrettante centinaia di bambini lo salutano con un formidabile "ciao papà"!), dall'altra la figlia del brigante, istintiva e selvaggia nelle sue manifestazioni. Un amore a prima vista che non avrà un lieto fine, con una nota malinconica che forse potrà anche essere un po' forzata da un punto di vista della sceneggiatura, ma che comunque ha il pregio di rendere non banale il finale. Perché amori autentici sostituiti da parvenze di amore sono state realtà autentiche in tutte le epoche, e in questo le immagini finali hanno una scintilla di universalità molto bella.
Probabilmente non riuscitissimo film, che a suo tempo fu un flop clamoroso nonostante il regista lo amasse molto, ma senz'altro, rivisto a quasi un secolo di distanza, non annoia affatto e mostra, divertendo, quale stoffa geniale, ironica e caustica avesse un regista come Lubitsch.

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