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Il bambino con il pigiama a righe

Regia di Mark Herman vedi scheda film

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La recensione su Il bambino con il pigiama a righe

di mc 5
10 stelle

Questo film è un autentico Dono Natalizio, reso ancor più prezioso dal suo arrivo imprevisto, dal suo contenuto importante, dal suo stile rigoroso. Non è un capolavoro, intendiamoci, ma è sicuramente un'esperienza che vale la pena vivere e che alla fine ti lascia dentro qualcosa di cui difficilmente andranno perse le tracce. Sintetizzando, si tratta di uno sguardo bambino (e dunque innocente e privo di sovrastrutture intellettuali) sul razzismo, sull'odio che muove i conflitti bellici, sulla crudeltà cieca che attiene al lato più oscuro e bestiale dell'animo umano: il tutto visto con gli occhi di due piccole creature inconsapevoli e purissime. Va subito detto che siamo di fronte ad un progetto cinematografico singolare, e vediamo da dove trae spunto questa mia considerazione. Quest'anno, come ogni Natale, a fianco dei consueti cinepanettoni e dei cartoons di successo, abbiamo in programmazione -per fortuna!- anche una manciata di titoli di qualità proiettati per lo più in un ristretto numero di sale d'essai: si tratta di pellicole distribuite da piccole e coraggiose "case" italiane specializzate in prodotti di qualità (cito le ultime due benemerite nate, "Teodora" e "Bolero"). Ebbene, il film in oggetto si chiama fuori da tutto ciò, essendo distribuito da un colosso come la Walt Disney: si tratta dunque, da parte della Disney, di una scelta insolita e coraggiosa, qualcosa che -suppongo- pochi si sarebbero aspettati e che merita comunque rispetto. Altra nota singolare: nel film appaiono coinvolti (a livello di recitazione e di produzione) alcuni nomi che troviamo anche nella saga di Harry Potter. Ma, al di là di queste note curiose, è comunque un bel film, diretto con cura e rigore, e con un cast funzionale al massimo. In breve la trama. Un ufficiale nazista, di quelli ligi e ambiziosi, si trasferisce assieme alla famiglia in una villa di campagna, lasciandosi alle spalle Berlino, nonostante i due piccoli figli siano recalcitranti, dovendo abbandonare i compagni di giochi. Ma appena insediati nella nuova dimora, cominciano i problemi. Nei pressi della villa sorge infatti un misteriosissimo edificio che la vegetazione e una collocazione isolata tengono al riparo da sguardi indiscreti. La realtà è che si tratta di un campo di concentramento. Ovviamente si fa di tutto per tenere i due bambini lontani da quel luogo. Ma qui bisogna chiarire che i due fanciulli hanno un atteggiamento opposto; la ragazzina, probabilmente suggestionata da un giovane soldato tedesco di cui s'è invaghita ma anche influenzata dal lavaggio del cervello praticato da un austero istitutore, sposa totalmente (anche se con beata ingenuità infantile) la causa nazista e dunque accetta e giustifica qualsiasi cosa. Il bambino no, lui è fatto di un'altra pasta. Ha un cervello e una capacità critica, sebbene poi sia mosso da dall'istinto curioso ed ingenuamente puro e non certo da consapevolezza politica (ha solo 8 anni). Allora Bruno (questo il suo nome) fa quello che fa ogni bambino, cioè quando gli si proibisce qualcosa è la volta buona che tenta di fare proprio "quella cosa". Ed ecco che, appena i genitori sono distratti dai loro impegni, lui si incammina verso quella che ai suoi occhi è "una fattoria". Ecco: assistere alla lenta, progressiva, scoperta ed evoluzione di questo bambino è una cosa davvero emozionante, frutto anche di una riuscita sceneggiatura, da attribuire allo stesso regista Mark Herman. Che cosa vedono gli occhi di Bruno, quando, ansioso di soddisfare la sua curiosità, arriva alle soglie della "fattoria"? Innanzitutto vedono un'alta recinzione di filo spinato che racchiude qualcosa che lui può solo intuire o immaginare, ma soprattutto vedono...un bambino come lui, probabilmente un coetaneo. Sì, un piccolissimo bambino, fragile e molto consumato da fame e stenti, con cui Bruno intrattiene da subito un rapporto di amicizia. Ed è questo il fulcro del film, il rapporto incredibile ma semplicissimo che si instaura fra quelle due personalità così diverse, ma che condividono (senza averne consapevolezza) la sfortuna d'essere vittime innocenti di una tragedia enormemente più grande di loro e che ne travolgerà i destini. L'immagine di questi due bambini che si raccontano le loro vite e -in sostanza- "giocano", uno da una parte e uno dall'altra di un alto filo spinato, beh, è una di quelle immagini che rimarranno scolpite per sempre nella mia memoria di appassionato di cinema. Un'immagine sublime, commovente, indimenticabile, e che del resto compare sul manifesto ufficiale del film. I due continuano per giorni ad incontrarsi in quel luogo "proibito" (se qualcuno li scoprisse sarebbero dolori...), finchè la situazione prende una piega drammatica, che ovviamente non svelerò. Pensando allo sfondo bellico, al campo di sterminio e ai protagonisti bambini, la mente non può non andare al pluripremiato "La vita è bella", ma va detto che, al di là di qualche vaga analogìa, questo film non è assolutamente consolatorio nè buonista e comunque infinitamente più bello (parere personalissimo) rispetto all'altro citato. Va rimarcata anche la qualità dei dialoghi fra i due bambini, semplicissimi ma funzionali alla progressiva "scoperta" l'uno dell'altro, alimentando un legame che assume la valenza simbolica di un grido disperato contro il razzismo e l'ottusità degli adulti in tempo di guerra. Una cosa importante, che depone a favore del regista-sceneggiatore: l'accortezza di non aver mai fatto ricorso ad alcuno sfruttamento della vicenda in chiave di patetismo o di "lacrimevole", no, è tutto molto asciutto e naturale, evitando con intelligenza ogni rischio di furba retorica. Tra un cast di validi attori, si segnala una sola celebrità: Vera Farmiga, nei panni della madre di Bruno, la quale esprime con passione questo ruolo di moglie dapprima silenziosa ed acondiscendente verso il marito nazista, ma che poi prende disperatamente coscienza dell'orrore e della follìa che la circondano. Film consigliatissimo agli adulti...anzi, se avete dei bambini, oltre a portarli a vedere "Madagascar 2" (non me lo perderò nemmeno io!), dovete assolutamente accompagnarli a vedere anche questo film, mi raccomando. Un film che -non è una battuta, lo dico sul serio- DOVREBBE ESSERE PROIETTATO IN TUTTE LE SCUOLE ITALIANE.
Voto: 10

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