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L'amore e il sangue

Regia di Paul Verhoeven vedi scheda film

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La recensione su L'amore e il sangue

di maso
8 stelle

Una volta tanto il titolo originale e quello tradotto appaiono entrambi incompleti, il più appropriato era "Carne, amore e sangue".

Il grande Paul Verhoeven era ormai un olandese volante e dopo gli exploit in patria cominciò le sue imprese ad Hollywood con questo film di cappa e spada pieno di sangue e violenza proprio perchè quando scrisse lo script con Geradrd Soeteman voleva evidenziare come il medioevo fosse un'epoca piena di malattie e carne putrida, sangue e violenza, pazzia ed ignoranza, aggressività e credenza.

Il film è infatti pieno di questi particolari e secrezioni corpporali a lui care da sempre ma non certo fine a se stesse perchè la storia al suo interno si sviluppa su un folto numero di personaggi che compongono due fazioni distinte che all'inizio del film sono unite per la conquista del castello nemico e poi si separano per motivi di ricompensa, estrazione e successivamente di lussuria.

La brigata di Andolfini ha come leader il suo rampollo inventore Stephen interpretato da Tom Burlison mentre la brigata dei mercenari da lui prima assoldati e poi scaricati senza compenso ha come capo un vigoroso Rutger Hauer che rapisce Agnese, la pulzella promessa a Stephen interpretata da Jennifer Jason Leigh a zonzo tutta nuda per metà film.

La lotta a colpi di spada esplode fin da subito e la messa in scena di Verhoeven è potente disturbante e avvincente in egual misura, ci sono tette di fuori e teste spaccate col sangue che sgorga a non finire dal basso ventre come dal cranio.

Il primo assalto al castello è solo un assaggio alla seconda scorribanda che i mercenari guidati da Martin compiono seguendo le indicazioni della statua di San Martino mossa dal vento o dalle gibbosità del terreno ma per i rozzi mercenari dal signore.

Occupata la nuova roccaforte Martin e i suoi devono difendersi dal ritorno di Stephen che mette a frutto l'intelletto e doti da inventore organizzando l'assedio con un ponte mobile avveniristico, l'assalto fallisce e il giovane inventore viene bastonato amaramente con la peste che colpisce il suo capo armigero Hawkwood, sarà però questo l'elemento che gli permetterà di capovolgere le sorti della contesa oltre all'amore di Agnese costretta a sottostare alle avances di Martin non senza evidenziare una attrazione nei suoi confronti e comunque una sensualità pulsante e immatura, non è un caso che per rompere le inibizioni con Stephen gli propone di assaggiare la radice della mandragola notoriamente afrodisiaca.

Verhoeven è un regista fenomenale e ad ogni materia che tratta sa sempre dare le visione più appropriata: gli interni nel castello a lume di candela sono illuminati in maniera impeccabile, gli esterni sotto il cielo azzurro sono ampie riprese in cui muovere le guarnigioni con fluida maestria, gli scontri poi sono sempre credibili e si ha l'impressione che davvero se le stiano dando di santa ragione, la direzione di un folto cast di attori di spessore è un'altra delle frecce nella faretra del fenomeno di Amsterdam.

Tanti volti famosi visti nei suoi film e non sono all'interno di questa pellicola: Hans Veerman qui dottore e prete mentre in "Spetters" era il bigottissimo padre di Eve, una disturbante Susan Tyrrell fra i seguaci di Martin, Ronald Lacey nel ruolo del cardinale che tutti ricordano come il nazista marchiato dal medaglione incandescente ne "I prdatori dell'arca perduta".

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