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Giallo/Argento

Regia di Dario Argento vedi scheda film

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La recensione su Giallo/Argento

di maldoror
4 stelle

Sarà che ormai ogni film di Argento riesce ad essere più orribile del precedente, e quindi forse perchè mi aspettavo un'ulteriore caduta in basso, questo Giallo non mi è parso così tremendo, almeno rispetto a La terza madre o Il fantasma dell'opera. Certo è un po' triste il fatto che ormai il massimo che si chiede ai suoi film è che si avvicinino quasi alla sufficienza. I clichè ci sono proprio tutti (soprattutto nella figura dell'ispettore tenebroso col trauma alle spalle che lo ha reso simile agli assassini che insegue e quindi in grado di comprendere meglio di altri i loro meccanismi mentali, che non segue i metodi convenzionali ecc ecc), come anche le, ormai ahimè proverbiali, cadute nel ridicolo (il movente che spingerebbe il killer a uccidere, la ragazza prigioniera che gli urla "sei brutto, sei bruttissimo!", o la Seigner che urla a Brody "tu sei come lui, sei un egoista!"), eppure non so perchè, ma ho avuto come l'impressione che il tutto, pur nella sua imperfezione, si reggesse in piedi: una certa tensione e un certo coinvolgimento li ho avvertiti, il personaggio di Brody, non so come mai, mi è sembrato reggesse miracolosamente malgrado tutti gli stereotipi da cui è sommerso, forse merito della bravura dell'attore che si è sforzato di renderlo credibile; la sceneggiatura poi non mi è sembrata malaccio, forse perchè scritta da un altro (Argento avrà capito che non è il caso che scriva più i suoi film?), e soprattutto, a parte quelle poche battute che ho citato sopra, i dialoghi per la prima volta erano quasi ascoltabili. In ogni caso si nota che ormai di Argento non c'è più nulla, avendo il regista smarrito irrimediabilmente l'originalità e la forza del suo immaginario, quella vena visionaria e quella sensibilità particolare e morbosa che avevano reso grandi film come Profondo rosso, Suspiria e in parte Inferno, riuscendo a far dimenticare i difetti della sceneggiatura, finendo così per realizzare un film stilisticamente piatto e convenzionale, al di là dei difetti già menzionati.

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