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La fabbrica dei tedeschi

Regia di Mimmo Calopresti vedi scheda film

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La recensione su La fabbrica dei tedeschi

di OGM
8 stelle

È forte, in questo documentario-shock, il senso del fuoco che brucia vite umane. È forte, e fa star male, il ricordo di quei corpi, consumati in un attimo di inferno, che racchiudevano anime pulsanti di affetti e di speranze. Il film di Calopresti ci sconvolge senza fornirci dettagli cruenti, e, in fondo, senza dirci nulla di nuovo; ma, semplicemente, mettendoci davanti agli occhi la dolorosa assurdità di un atrocità dei giorni nostri, e di casa nostra. Un’atrocità che scaturisce da una tacita barbarie della civiltà tecnologica, e da una guerra silenziosa, che mina da dentro l’attuale società, attaccando i lavoratori e le famiglie, ossia i pilastri su cui si regge la nostra idea di bene, di onestà e di pace.

Sulla trama

Due sono le protagoniste di questa terribile vicenda. La prima è l’inarrestabile “logica del rullo”, il principio di un’economia sempre in affannosa corsa verso il profitto, che, a furia di girare, ha finito per strangolare i propri figli, e poi se stessa. La seconda è la classe operaia “carne da macello”, che si scopre non più indigente, però paga il benessere accettando di essere ridotta a forza lavoro “usa e getta”. E su questi due capisaldi che si misura il vero fallimento, sociale e umano, prima che finanziario, del nostro sistema produttivo.

Sulla colonna sonora

"Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere di gente infame, che non sa cos'è il pudore, si credono potenti e gli va bene quello che fanno; e tutto gli appartiene. Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni! Questo paese è devastato dal dolore... ma non vi danno un po' di dispiacere quei corpi in terra senza più calore?..." (Musiche di Franco Battiato)

Su Mimmo Calopresti

Calopresti firma una testimonianza in cui a parlare sono solo i fatti realmente accaduti e i sentimenti intimamente vissuti. La sua opera non pretende di svolgere indagini, compiere analisi, formulare interpretazioni od azzardare spiegazioni; si limita, invece, a raccontare, o meglio, a far raccontare, tutte le storie che hanno attraversato il capannone della linea 5, alla Thyssen-Krupp di Torino, la notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007.

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