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Milk

Regia di Gus Van Sant vedi scheda film

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La recensione su Milk

di steno79
8 stelle

Un film biografico più interessante della media del genere, in cui la maestria formale di Gus Van Sant torna a farsi sentire, nonostante che si tratti di una delle sue opere più "mainstream". Credo che sia una pellicola socialmente utile anche in Italia, perchè ha fatto conoscere la storia di questo importante attivista politico americano, che prima del film, probabilmente, pochissimi conoscevano nel nostro paese. E un plauso particolare va a Sean Penn per avere avuto il coraggio di interpretare un personaggio così distante dai suoi ruoli abituali, e per averlo caratterizzato in maniera così umana e toccante, con una lezione di recitazione davvero ammirevole che gli è valsa un secondo, meritato Oscar. La trama è molto fedele ai fatti narrati, che culminarono nell'elezione dell'attivista gay Harvey Milk a consigliere comunale di San Francisco e nel successivo omicidio di Milk e del sindaco George Moscone da parte dello squilibrato ex-assessore Dan White; da notare il ricorso a diversi filmati di repertorio per rievocare l'atmosfera anni Settanta nel quartiere di Castro, che fu il centro della ribellione degli omosessuali. Si tratta chiaramente di un film pensato per un pubblico piuttosto ampio (anche se gli incassi in America non sono stati troppo elevati, con 31 milioni di dollari racimolati) con un cast pieno di attori prestigiosi, una narrazione abbastanza tradizionale e una tematica di forte rilevanza civile in cui il regista si sente chiaramente coinvolto. Forse non c'è quel tocco registico "personale" che avrebbe potuto far gridare alla genialità, ma nell'ambito delle coordinate estetiche appena accennate, il film funziona in maniera indubbiamente efficace, con una parte finale dal valore catartico non indifferente. Sean Penn resta il motivo principale per vedere il film, ma accanto a lui si distingue per bravura anche Josh Brolin nel ruolo di Dan White, a tratti davvero inquietante; fra gli altri, merita una menzione almeno Emile Hirsch, che già fu il protagonista di Into the wild dello stesso Penn. La sceneggiatura è firmata da Dustin Lance Black, anche lui gay dichiarato e attivista per i diritti della comunità omosessuale: indubbiamente un pò "di parte" nella rievocazione del periodo storico trattato, ma comunque abile nell'evitare le trappole della propaganda e nel conferire un rilievo umano approfondito ai diversi protagonisti.
voto 8/10

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