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Invincibile

Regia di Werner Herzog vedi scheda film

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La recensione su Invincibile

di lao
stelle

Il poster del film di Werner Herzog Invincibile, presentato a Venezia 2001 e proposto solo ora agli spettatori italiani durante la stagione estiva, raffigura una sorta di seduta spiritica, con la particolarità però che il fantasma evocato pur con il volto nell’ombra è presenza viva, sta al centro del tavolo e le mani degli anonimi partecipanti al rito si tendono verso le sue: è lui l’invincibile del titolo, un mago illusionista? La figura del prestigiatore potrebbe alludere al politico demagogo, ipnotizzatore e incantatore delle masse: infatti il trailer, definendo nelle linee generali la trama delle pellicola ambientata nella Germania del 1932, lega nazionalsocialismo ed essoterismo, ragazzi in divisa e un palcoscenico illuminato destinato all’esibizione di prodigi e fenomeni vari. La storia è quella, realmente accaduta, dell’ “uomo più forte del mondo”, un ebreo polacco, Jouko Ahola. diventato un’attrazione del “palazzo dell’occulto di Hanussen” dove si mostrava travestito da eroe germanico di nome Sigrifid assieme alle ballerine e a un ambizioso illusionista qui interpretato da Tim Roth, che aspirava a diventare “ministro dell’occulto” di Hitler. Le immagini del trailer sono di fatto speculari a quella della locandina: L’Ercole selvaggio incontaminato compie il viaggio d’andata dalla campagna alla città corruttrice, tentato dalla scintillio della fama, e alla fine torna alle proprie origini, si libera dei nefasti condizionamenti con gesto liberatorio della dita. Pertanto “invincibile” si riferisce alle lusinghe del potere ma anche all’indole che cerca in sé la forza di resistergli. Una sfida impossibile per l’indole eccezionale di una personalità outsider: viene in mente la lotta eroica contro un orso del protagonista di Grizzly Man, l’ultimo lungometraggio di Herzog comparso fugacemente nelle nostre sale. Qui comunque la vicenda si presta ad assumere le vesti di un drammone televisivo in costume: per questo incuriosirebbe verificare su quale fondamento si poggi la critica mossa dai più al regista di documentari considerati capolavori dai cinefili di aver realizzato un’opera sostanzialmente piatta e cosa sia sopravvissuto del talento dell’autore di Fitzcarraldo.Mio blog..http://spettatore.ilcannocchiale.it
PS. mi limito a parlare solo della locandian e del trailer data la scarsissima reperibilità del film in sala e se qualcuno vuole almeno averne un'idea

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