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Regia di Ursula Meier vedi scheda film

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di bradipo68
8 stelle

Fuga precipitosa da un incubo che una volta era sogno.Avere nel bel mezzo del proprio giardino di casa un lembo di un autostrada mai terminata non è cosa da tutti.La famiglia che abita questa casa a ridosso di questo lembo di asfalto diretto verso il nulla invece sembra non accorgersene impeganta come è nel vivere la propria apparente normalità.E da questo spunto surreale si dipana l'apologo della Meier regista a me sconosciuta ma di indubbio talento.Far passare per la cosa più normale del mondo uno spunto così surreale è decisamente arduo ma il film all'inizio appare sbarazzino,procede con tono divertito,si descrive una famiglia come tante con un autostrada trattata come un campo da gioco o semplicemente come lo spazio che intercorre tra la propria casa e i campi che cominciano poco più in là.Un apologo ecologista?A una prima lettura forse si,ma non credo che questa fosse l'intenzione dell'autrice.La Natura è spettatrice neutrale,vittima collaterale delle esalazioni di ossido di carbonio quando aumenta il traffico.La Meier invece si sofferma sulle reazioni della famiglia al cambio totale di scenario:ha sguardo quasi antropologico nello studiare questa famiglia di cinque persone,marito,moglie e tre figli e nell'osservare le reazioni che scatena la perdita della tranquillità nel loro menage a causa del rumore,dell'inquinamento,dei piccoli problemi quotidiani(ad esempio come attraversare un autostrada a quattro corsie).Ognuno reagisce diversamente,chi con la fuga,chi con la paranoia da inquinamento,chi con la perdità del proprio equilibrio,chi con la voglia di farla finita una volta per tutte.E quando dal surreale si passa al patologico per un attimo si teme l'autodistruzione:la casa fatta bunker inaccessibile anche per l'aria,privata di qualsiasi comunicazione con l'esterno,nelle aspirazioni di una mente non salda diventa la proiezione di un sepolcro in cui morire insieme.Dopo anni vissuti quasi come si vivesse in un isola deserta,si rientra in contatto con un aspetto deteriore della civiltà tecnocratica di oggi(il traffico,il rumore,le code autostradali) e si cerca di rifuggire questo contatto,si cerca di troncare definitivamente  il cordone ombelicale che tiene nello stesso mondo degli altri.Per un attimo si teme il peggio poi la fuga liberatoria al rallenty che  lascia un po'd'amaro in bocca per tutto quel suo caricarsi di metafore forse troppo adamantine per potere essere veramente efficaci.Ma è un piccolo granello in un ingranaggio invidiabile sorretto da due attori che io reputo straordinari:la Huppert che col passare degli anni migliora e il grandissimo Olivier Gourmet,attore favoloso capace di calarsi in ruoli che a prima vista sembrerebbero a lui inadatti.Un plauso anche ai tre giovani che impersonano i figli.A mio parere è un film da vedere,originale,un road movie come direbbero gli anglofoni in cui però il sogno dei protagonisti è quello di rimanere fermi,cristallizzati nel loro mondo felice e senza tempo....

Su Ursula Meier

Non la conoscevo ma la sua regia mi ha impressionato

Su Isabelle Huppert

straordinaria attrice che migliora col passare degli anni

Su Olivier Gourmet

bravissimo,riesce a calarsi in ruoli che sembrerebbero totalmente inadatti a lui

Su Adélaïde Leroux

non male

Su Madeleine Budd

brava

Su Kacey Mottet Klein

non male

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