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Doomsday. Il giorno del giudizio

Regia di Neil Marshall vedi scheda film

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FABIO1971

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La recensione su Doomsday. Il giorno del giudizio

di FABIO1971
4 stelle

Nel 2008 il micidiale virus Reaper ha infettato l'intera Scozia, costringendo le autorità britanniche ad evacuare i superstiti e ad isolare la zona dal resto del mondo. Quando, però, nel 2035, l'infezione si propaga fino a Londra, il governo decide di inviare sul posto un commando militare alla ricerca di eventuali sopravvissuti. Questo l'incipit di Doomsday, sferragliante giocattolone firmato dal Neil Marshall di passaggio dall'horror alla science fiction e dalla mano incerta già nei toni magniloquenti del prologo, in cui l'azione adrenalinica la fa subito da padrona. Poi gli echi della fantascienza post-apocalittica (tipo 28 giorni dopo e relativo sequel) si affievoliscono a poco a poco tra diavolerie kitsch, dialoghi retorici, attori in pose furbette, voli sfrenati nel ridicolo (il balletto a tempo di can can), psicologia spiccia da blockbuster. Il montaggio è frettoloso e l'incedere del ritmo, anzichè vorticoso, appare sempre stentato, polverizzando tensione, suspense e brividi. Il copione (firmato dallo stesso regista) ammicca ruffianamente prima a Carpenter, a Walter Hill, al James Cameron di Aliens - Scontro finale e agli zombi di Romero, ma si tratta più che altro di un saccheggio di suggestioni piuttosto che di omaggi affettuosi. Poi con anonima visionarietà (nonostante l'indubbio fascino delle locations naturali, catturate tra il Sud Africa, la Scozia e l'Inghilterra), ispirazione disarmante e spunti scarsamente coinvolgenti, si scatena a frullare insieme convulsamente cavalieri medievali e combattimenti nelle arene, Highlander, Mad Max e Il gladiatore, senza dimenticare qualche sana spruzzata di James Bond. Ma il gioco è sempre meccanico, il divertimento, al di là del piacere voyeuristico delle citazioni, veramente modesto, la noia fragorosa. L'unica emozione riesce a regalarla "Club Foot", superbo hit dei Kasabian in colonna sonora durante i titoli di coda. Che cosa possa aver avuto a che fare con tutta questa dozzinale e fracassona paccottiglia il Neil Marshall di The Descent - Discesa nelle tenebre rimarrà per sempre un mistero.

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