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The Taste of Tea

Regia di Katsuhito Ishii vedi scheda film

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La recensione su The Taste of Tea

di AndreaVenuti
8 stelle

The Taste of Tea è un film giapponese del 2004, scritto e diretto da Katsuhito Ishii.

 

Sinossi: Il film ruota essenzialmente sulla quotidianità della famiglia Haruno che vivono nella prefettura rurale di Tochigi, campagna a nord di Tokyo.

Il nucleo famigliare è composta da Nobuo (padre) ipnoterapista sommero dal lavoro ma pur sempre attacco alla sua famiglia, Yoshiko (madre) casalinga che sta cercando di rientrare nel settore dell'animazione, Sachiko (figlia) bimba di otto anni disorientata da alcune visione assurde, Hajime (figlio) classico liceale timido ed impacciato con le ragazze, Ayano (zio) scapestrato disoccupato in cerca di una nuova ispirazione ed infine Akira (il nonno) ex mangaka ormai felicemente in pensione...

locandina

The Taste of Tea (2004): locandina

Katsuhito Ishii ai meno avvezzi risulterà un nome sconosciuto, anzi anche coloro che studiano il cinema giapponese contemporaneo potrebbero non conoscerlo in quanto nei principali saggi non viene quasi mai citato a discapito di grandi maestri come Kitano, Miike, Tsukamoto e compagnia bella tuttavia Katsuhito Ishii è un regista di prim'ordine che si è sempre distinto per la sua poliedricità.

 

Ishii dopo aver diretto alcuni spot commerciali, nel 1998 dirige il suo primo lungometraggio optando per lo yakuza-eiga Shark Skin Man and Peach Hip Girl caratterizzato da una forte dose di ironia che ritroveremo in tutte le sue opere future. In seguito Ishii si inserì pure nel mondo dell'animazione, collaborando con studi prestigiosi.

Nel 2001 con la Production I.G realizza la sequenza anime presente in Kill Bill: Volume 1 (diretto da Quentin Tarantino) mentre quattro anni dopo in Madhouse dirige insieme a Takeshi Koike l'OAV fantascinetifico Trava: Fist Planet; Ishii lavora nuovamente con Koike nel bellissimo Redline, dove si occupa della sceneggiatura.

Contemporaneamente l'eclettico regista continua a lavorare su vari progetti live-action meritandosi la fama di "maestro surrealista" come dimostrato in questo The Taste of Tea oppure in The Funky Forest.

Katsuhito Ishii

Hello! Junichi (2014): Katsuhito Ishii

Dopo questa veloce ma doverosa introduzione possiamo concentrarci sul film, una sorta di magnum opus del regista dove tutti gli elementi a lui più cari (ironia e surrealismo) trovano massima compiutezza.

L'opera nonostante una lunghezza considerevole, risulta godibile e minuto dopo minuto l'elemento surrealista si rivelerà essere una sorta di ponte utile ad incanalare l'attenzione del regista verso un aspetto primario sempre nell'occhio del ciclone di molti registi giapponesi: la famiglia, o meglio l'importanza della coesione famigliare.

 

The Taste of Tea tuttavia inizia in maniera piuttosto spiazzante e accattivante e ishii ci regala un saggio di regia sperimentale-surrealista: il film si apre con lo schermo nero seguito da un fuori campo sonoro dove intuiamo la presenza di ragazzo che ansima, subito dopo lo vediamo correre in slow-motion inquadrato dal basso. Il giovane sta inseguendo un treno al cui interno si trova la sua giovane amata (sta lasciando per sempre il paesino natale) tuttavia il ragazzo non si è mai dichiarato ed il senso di rimorso lo attanaglia.

Poco dopo assistiamo al primo estratto surrealista con un mini treno che sbuca letteralmente dalla testa del giovane e vola via, alludendo dunque alla fine della relazione (relazione di cui la ragazza non era a conoscenza) il tutto confermato poi da un simbolico campo lunghissimo con il ragazzo completamente solo, assorbito dalle campagne di Tochigi.

 

Surrealismo che troveremo nella sequenza successiva, dove questa volta faremo la conoscenza della più piccola della famiglia Haruno, una bimba di otto anni un po' stralunata che non sa come affrontare una situazione inspiegabile: dal nulla compare una sua copia gigante e la fissa intensamente.

L'elemento surrealista è quindi, almeno inizialmente, il perno del film. In alcuni casi verrà pure mescolato ad una certa commedia no-sense pazzoide, basti pensare all'assurdo racconto dello zio (un fantastico Tadanobu Asano) dove follia pura, commedia scatologia e yakuza-zombie (un taciturno e afflitto Susumu Terajima) si mixano incredibilmente in un racconto che vi lascerà a bocca apera, alla fin fine tutto girà intorno alle feci di un ragazzo detto questo Ishii mantiene sempre un minimo di decenza senza scende nel cattivo gusto.

Un'atra scena molto ironica è quella inerente al siparietto canoro (dove partecipa anche il nonno mentre lo Zio dirige il tutto) che ricorda un po' alcuni spot pubblicitari nipponici (passato lavorativo del regista), sequenza impregnata da situazioni surrealiste

 

The Taste of Tea in alcuni momenti è persino segnato da frecciatine sociali come confermato dal discorso del vice-preside della scuola elementare frequentata dalla piccola Sachiko; l'uomo sta pronunciando una poesia abbastanza difficile visto il pubblico a cui è diretta ed infatti tramite molti primi piani vediamo i bimbi per nulla colpiti dalle parole del professore anzi pensano a tutt'altro.

Qui Ishii sta criticando velatamente il sistema scolastico giapponese dove il sistema, fin dalle elementari, sprona i bimbi a dare il massimo dimenticandosi  però un fattore primario: sono sempre dei bambini.

Interessante anche la sequenza in treno dove due giovani otaku che indossano imponenti costumi (cosplay), immersi nel loro mondo danno vita ad uno spettacolo non richiesto ma molto simpatico (forse una critica al mondo otaku? chissà).

Interessante notare come ishii si concentri su argomenti tra loro diversissimi; attraverso il giovane Hajime ci parla (sempre con un approccio ironico) della pubertà adolescenziale mentre con la madre propone una sorta di approccio femminista.

Yoshiko stanca di fare la casalinga decide di riprovare ad entrare nel mondo dell'animazione realizzando un corto con risultati soddisfacenti e trova pure il plauso dei suoi produttori (cameo geniale di Hideaki Anno); il corto in esame è davvero bello, un battle shonen dinamico con un aspetto grafico grezzo e stilizzato i cui disegni rievocano sia una certa animazione in stile studio Trigger sia il passato da animatore del regista (le sue collaborazioni con Koike).

Infine la già citata unione familiare diventa l'elemento più importante del film, pensiamo al bellissimo e poetico finale.

Dramma familiare surrealista impregnato d'ironia (vincitore di innumerevoli premi) che conferma ancora una volta il talento di Katsuhito Ishii.

Se riuscite a reperirlo la visione è obbligatoria.

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