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Lawrence d'Arabia

Regia di David Lean vedi scheda film

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La recensione su Lawrence d'Arabia

di port cros
10 stelle

Spesso i kolossal d'avventura degli anni 50 e 60 erano dei polpettoni noiosi e senz'anima. Niente di più lontano dal Lawrence d'Arabia di David Lean: nonostante la lunghezza (3 ore e 38 minuti ! ) il film non smette mai di incantare e di emozionare.
Il film inizia mostrandoci la morte di Lawrence in un incidente motociclistico e poi ci porta indietro alle vicende avvenute durante la Prima Guerra Mondiale in cui a Lawrence, ufficiale inglese di stanza in Medio Oriente, viene affidato il compito di coordinare la rivoilta degli arabi contro l'Impero Ottomano e, andando anche oltre i piani britannici, riuscirà, grazie al suo carisma e alla sua capacità di entare a far parte della loro cultura, ad unire le diverse tribù arabe fio ad allorain lotta e a condurle a inattese vittorie militari contro i turchi.
David Lean rende come nessun altro ha fatto la magia della luce abbacinante del deserto e la sua maestria registica ci regala scene la cui spettacolarità non è fine a se stessa, ma al contrario capaci di emozionarci nel profondo. Stupenda soprattutto la parte dell'attraversamento del deserto del Nefud e della conquista di Aqaba. Magistrale la scena dell'arrivo di Lawrence e del servo al canale di Suez attraverso un edificio in rovina. Magica quella in cui il servo scruta l'orizzone infinito del deserto e Lawrence comincia ad apparire come un puntino indistingiubile nell'immensità ardente. Peccato non avere l'opportunità di vederlo sul grande schermo!  
Il film non è però certamente solo azione e avventura, ma scava in profondità nell'interiorità di quel personaggio unico che fu T.E. Lawrence, dall'entusiasmo iniziale ("Niente è scritto!") al tormento e disillusione di fronte alle tragedie e ai lutti della guerra, all'irrisolvibile conflittualità intestina fra le tribù arabe, e soprattutto in seguito ad un evento traumatico che lo segnò definitivamente: la tortura (e probabilmente stupro) da parte dei Turchi (di cui però il film, data l'epoca, ci mostra ben poco). 
Il merito della riuscita del film va senza dubbio anche al recentemente scomparso Peter O'Toole, attore allora semisconosciuto proveniuente dal teatro, che attraverso il magnetismo dei suoi occhi azzurro intenso ci trasmette il carisma ed il tormento interiore del personaggio. Possiamo dire che il film abbia due protagonisti: Lawrence ed il deserto, e Lean alterna abilmente i campi lunghi delle immensità sabbiose ai primi piani del suo attore protagonista.
Mitica la colonna sonora di Maurice Jarre.
Attenzione: questo film attacca il "mal del deserto"! Dopo averlo visto vi verrà una gran voglia di fare un viaggio in Nordafrica o in Medio Oriente!

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