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Strafumati

Regia di David Gordon Green vedi scheda film

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La recensione su Strafumati

di valerioexist
6 stelle

Sono sempre stato abbastanza bravo a disegnare fumetti.
Spesso facevo dei disegni alle medie, inventavo dei personaggi o creavo delle caricature di soggetti esistenti. Tali piccole opere piacevano molto ai miei amici ma capitava spesso che qualcuno, attratto da questa mia capacità, volesse collaborarvi cercando di rendere le raffigurazioni ancora più simpatiche inserendoci dei piselli pelosi e tragicamente bidimensionali (come quelli che trovate sui bagni pubblici) per poi far vedere quei disegni ad altri ridendo.
Ciò sarebbe stato meno irritante se quel variabile individuo che disegnava i cazzi lo facesse per puro sfregio o odio verso il disegnatore originario, ma purtroppo lo faceva solo per apportare migliorie, quasi per aiutare un’opera ad essere effettivamente e comicamente completa.
Quei piselli extra, inseriti spesso con gli evidenziatori o con le penne blu, finivano magari sotto al girovita di un personaggio a cui avevo disegnato dei pantaloni chiusi; oppure venivano puntualmente messi in bocca alla caricatura da me fatta nonostante io avessi disegnato delle espressioni che tutto sembravano comunicare fuorché delle fellatio omosessuali verso degli ignoti falli a forma di trifoglio peloso di cui nessuno conosce l’ignota provenienza invisibile ma che al compagno di banco facevano tanto ridere.

Immaginatevi quelle mie sensazioni. Dovrebbero essere le stesse può provare chi fa un film, lo intitola “Pineapple Express” e poi se lo vede storpiare da un “compagno di banco” sottoforma di distribuzione cinematografica italiana che gli cambia nome e lo fa diventare qualcosa di orripilante come “Strafumati”.

Nonostante io non sia affatto un fan dell’equipe della Apathow Production, le sorti che subiscono i titoli dei loro film creano in me una lieve solidarietà verso chi già l’anno scorso portò nelle sale “Superbad”, film non eccelso ma a cui titolo toccò una sorte ancor più atroce per il titolo (“3 Menti Sopra il Pelo” …muoiano).

In “Pineapple Express” il protagonista Seth Rogen (che ne cura anche la sceneggiatura) interpreta un impiegato del tribunale che passa le giornate a farsi le canne, un giorno acquista dal suo spacciatore di fiducia (James Franco) un’erba tanto rara quanto pregiata che risponde al nome di pineapple express (e non di strafumati, almeno quella) e subito dopo ne lascia delle tracce dopo aver involontariamente assistito all’omicidio di un asiatico da parte di un boss narcotrafficante e da una poliziotta corrotta. Essendo il suo spacciatore l’unico a possedere quel tipo di droga, i cattivi si mettono sulle loro tracce facendo iniziare una serie demente di inseguimenti, parolacce, incidenti, violente scazzottate ed altre gag che, in verità, hanno i loro vertici d’umorismo più elevati nelle botte in testa e negli slapstick più dolorosi.

Se nel da me tanto vituperato Superbad c’erano già comunque qua e là delle tracce di buona sceneggiatura rovinata da sfondoni a base di cazzoculobocchiniciucciacazzipasserafottuti, qui effettivamente si fa qualche passo avanti; il film è comunque un agglomerato di slapstick e parolacce ma, tappandosi il naso, dimenticando ogni pretesa e mettendo da parte le aspettative più inglesi, si può considerare una commediaccia becerotta ma divertente a suo modo.
Si capisce che la sceneggiatura è di Seth Rogen per il fatto che nel film sta con una bionda liceale poco maggiorenne e molto fica che dice che lui è sexy; e S.Rogen farà anche degli urli divertenti per tutto il film (si, il film fa ridere per le cose stupide) ma non è sexy, è brutto, c’ha la bocca larga e sembra Shrek.
Carina la gag iniziale sul come la cannabis fosse divenuta illegale negli anni ’20, il film si mantiene quasi uniformemente sulla stessa onda qualitativa e i 111 minuti passano facilmente.
Se l’anno scorso però si sono buttati sulla commedia coi tre ragazzetti nerd che dovevano perdere la verginità e questa volta sui trentenni fattoni che si fanno le canne con colonne sonore reggae… mi chiedo quale altro luogo comune della stoner comedy americana varcheranno in futuro.
Probabilmente però si sono divertiti tanto a girarlo e questa è sempre cosa che mette allegria.
Non oso immaginare come sia stato il doppiaggio italiano che mi sono risparmiato, probabilmente pullulano termini odiosi come “stonato” per dire “stoned”.
Sia chiaro, non è un bellissimo film, ma nemmeno così brutto da meritarsi un secondo battesimo come “Strafumati” (Dio vi danni).

VL

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